Il tecnico del Genoa, Rolando Maran, ha parlato ai microfoni de La Gazzetta dello Sport per la prima volta da quando il ciclone Covid ha travolto il Grifone.
SITUAZIONE – «È stato un periodo surreale, devo dire grazie a tutta la Primavera del Genoa, compresa dirigenza e l’allenatore, per la loro disponibilità. Nei primi giorni eravamo, sei, sette, otto giocatori. Pensare che tutto il resto della squadra era a letto, conciata in quel modo. Solo noi in Italia e forse in Europa abbiamo vissuto una cosa del genere, non è stato semplice per nessuno gestire un momento così traumatico. Impensabile. Non voglio dire incredibile, perché il Covid-19 è una cosa seria, ma non ci aspettavamo che potesse colpirci in quella misura e con quella forza. Avevamo sempre fatto le cose con grande cautela ed attenzione. Invece da quel giorno ci sono stati pochi allenamenti, nessuna partita, e se prima gioivamo per un gol, adesso esultiamo per un giocatore negativizzato. Siamo su questi livelli».
NAPOLI – «Una premessa: quel giorno abbiamo curato ogni minimo dettaglio. Per cautela s’era deciso di partire il giorno successivo per Napoli, allo scopo di proteggere noi stessi e gli altri. Sul momento non avevamo realizzato la situazione, pareva una suggestione dei ragazzi dopo quel che era successo a Mattia ed a Schöne sentire qualche malessere. Invece tutto questo ha influito sui giocatori, l’abbiamo capito parlando con loro nei giorni successivi. Nessuno l’aveva palesato per non tirarsi indietro e poter scendere in campo, da una parte è meritorio. Ricordo una vigilia stranissima, una notte tutti in piedi a fare i tamponi cercando di mantenere sempre le distanze. Non è stato il modo migliore per preparare una gara, ma era nostro dovere agire così».
SVILUPPI – «Non è possibile dirlo. Parliamo di una situazione anomala, i cui effetti sui singoli sono sconosciuti. Viviamo alla giornata, ascoltando le sensazioni dei ragazzi. Ricordandoci, poi, che abbiamo passato un lungo periodo complicatissimo, ma che adesso ce ne aspetta un altro altrettanto complesso. Perciò è necessario che quanto accaduto ci dia ancora più compattezza pensando al futuro».