Siamo nel 2013. Florent Ghisolfi, annunciato come nuovo responsabile dell’area tecnica della Roma, giocava al Reims. Era al suo penultimo anno da calciatore ma aveva già avviato la sua carriera imprenditoriale aprendo un’attività legata al futsal e alla ristorazione. Non era un proprietario che si limitava a mettere soldi e aspettare i profitti, tutt’altro. Teneva al benessere dei suoi 16 dipendenti e si occupava lui stesso di controllare i conti finita la settimana. Cassa, calcolatrice e via.
Alle 6 i conti in cassa, alle 17 la sfida a Ibra e Beckham
Ed è proprio sabato 2 marzo 2013 che alle 6 del mattino controllava i conti della sua impresa e alle 17 del pomeriggio avrebbe affrontato il PSG di Beckham e Ibrahimović con il Reims, con cui otterrà un’incredibile vittoria per 1-0. Era il PSG di Ancelotti. Per Ghisolfi sarebbe stata la sua terzultima partita.
I problemi fisici lo avevano martoriato. E aveva la testa concentrata nella sua attività. Così lascia il calcio, ma non del tutto. Studia, ottiene il diploma da allenatore e poi quello da dirigente. E arriviamo a oggi: è lui il grande artefice della risalita del Lens, che dalla Ligue 2 è arrivato alla Champions League. È lui che ha scelto Farioli per il Nizza.
Gli elogi di Farioli per Ghisolfi
Lo stesso Farioli che in una delle ultime conferenze stampa lo ha riempito di elogi, per il lavoro fatto insieme (con il Nizza che ha chiuso al 5° posto) e per la fiducia. Sentite le sue parole: «Lui ha pensato a me, ha ascoltato le mie idee, si è preso la responsabilità di darmi la possibilità di allenare».
Abbiamo parlato degli scenari della Roma anche nelle nostre live serali: è un bene che la Roma abbia confermato De Rossi, per il grande lavoro che ha fatto. Merita fiducia. Ma è ancora più importante che la dirigenza ci lavori insieme, per far crescere ancora di più la squadra e tirarla in alto con unità d’intenti tra l’allenatore e dirigenza. L’identikit di Ghisolfi sembra proprio quello giusto.