di Andrea Sperti
Il protagonista della storia che vi stiamo per raccontare rappresenta uno dei pochi casi di cambio del soprannome in Argentina. Gonzalo Bergessio, infatti, da piccolo, per via dei capelli chiarissimi quasi tendenti al bianco, veniva chiamato “El Lavandina”. Da adulto, invece, grazie ad un fisico robusto ed imponente nonostante non sia altissimo, l’ex attaccante del Catania è stato ribattezzato “El Toro”.
Gli esordi
Bergessio è nato in Argentina ma ha dimostrato un senso del gol innato con le giovanili del Platense, in Uruguay. Con questo club ha esordito, ha segnato tanto e si è meritato una chiamata dal suo Paese d’origine, dove ha vestito poi le maglie di Instituto e Racing.
La prima volta in Europa
L’allora direttore sportivo del Benfica lo ha notato e portato con sé in Portogallo, dandogli la prima chance in Europa. Quella con i lusitani, però, non è stata un’esperienza esaltante e dopo solo 3 partite Bergessio ha deciso di tornare in patria, al San Lorenzo. Da quel momento Gonzalo non ha più smesso di segnare, si è riconquistato l’Europa a suon di reti ed alla fine, dopo l’avventura in Ligue 1 con il Saint-Etienne, è arrivato in Italia, al Catania.
In Sicilia, dopo un breve periodo di ambientamento, Bergessio ha segnato tanto, diventando negli anni il miglior marcatore in Serie A del Catania. Con la colonia di argentini scelti da Pietro Lo Monaco, fine conoscitore dei talenti sudamericani, il classe ’84 ha scritto pagine indimenticabili della storia degli etnei, che rimarranno per sempre la squadra che lo ha consacrato.
Prima Sampdoria e poi il ritorno in Sud America
Dopo quell’esperienza alle pendici dell’Etna, Bergessio ha firmato con la Sampdoria, preferendo i blucerchiati ai cugini rossoblu per via della grande stima che riponeva in lui il tecnico Sinisa Mihajlovic. A Genova, però, le cose non sono andate come tutti si aspettavano e dopo solo un anno Gonzalo ha rescisso il contratto, salutando tutti e sfruttando l’opportunità di giocare in Messico, con l’Atlas Guadalajara. I gol segnati con il club messicano gli hanno permesso di tornare in Argentina prima ed in Uruguay dopo.
La seconda vita di Gonzalo
Adesso Bergessio gioca nel Club Nacional, una delle compagini più importanti del campionato uruguaiano, ha la forma fisica di un ragazzino, nonostante ormai abbia 36 anni, e segna con la media di un gol a partita, esattamente 12 nelle 12 gare disputate.
L’età sul documento d’identità parla chiaro ma Gonzalo non vuole stare a sentirla. Bergessio ha deciso di chiudere la sua carriera in Uruguay, sebbene a gennaio per un attimo sembrasse vicino al ritorno in Italia, con il Cagliari del suo amico Rolando Maran. A quelle latitudini l’argentino si esprime come da nessun’altra parte, lì ha tutto per sentirsi ancora “El Lavandina”: un ragazzino dai capelli chiari con un innato senso del gol.