Gabriele Gravina, 67 anni, appena rieletto presidente FIGC non ha mai smesso di lottare per il calcio italiano. Anche nei momenti più difficili la sua visione è rimasta puntata verso l’obiettivo finale, come un capitano che deve attraversare la tempesta. Mentre questo maledetto virus sembra aver ripreso un po’ di forza, costringendo il Torino ad un periodo di isolamento forzato, Gravina ha parlato al Corriere dello Sport per fare chiarezza:
LAZIO-TORINO: «Decide il giudice sportivo. Mi limito a dire che il protocollo funziona anche nel prevedere cause di forza maggiore. Nessuno può rivendicare la priorità della nostra giurisdizione domestica rispetto a leggi dello Stato e a diritti non sopprimibili. Certo, sarebbe meglio che le valutazioni delle Asl fossero uniformi in tutto il Paese».
TERZA ONDATA: «Il virus con le sue varianti colpisce i giovani, e questo preoccupa. Ma l’applicazione collaudata del protocollo e il monitoraggio costante sono una garanzia per la salute degli atleti. I contagi fin qui sono molto limitati. I campionati non corrono rischi. Conoscete il mio favore per i play-off, ma certo non sono queste le condizioni per introdurli».
OFFERTA AL GOVERNO: «Vogliamo dare il nostro contributo concreto. Siamo presenti in maniera capillare in tutto il territorio nazionale con strutture e operatori. Li mettiamo a disposizione dell’Italia per la campagna vaccinale».
RINNOVO MANCINI: «Proprio in questi giorni stiamo discutendo un accordo di prolungamento con il Commissario Tecnico che guarda al futuro. Non solo per valorizzare i risultati sportivi, ma per dare progettualità a un metodo che ha rivoluzionato il modo di fare calcio».
RINASCITA KEAN: «Sta mostrando di essere un campione vero. Onore a Mancini, che ha continuato a stargli vicino e a convocarlo, anche quando si è reso protagonista di qualche atteggiamento distante dal nostro modo di intendere la relazione sportiva e umana. È cresciuto, come atleta e come uomo».