La storia del direttore sportivo che lavora senza ufficio né un computer

by Redazione Cronache
Hasse Larsson

Di recente i calciatori dell’Allsvenskan, la Serie A svedese, hanno votato chi secondo loro fosse il miglior direttore sportivo del campionato. Il primo posto di Bo Magnus “Bosse” Andersson non è una sorpresa per chi mastica il calcio svedese, mentre il secondo posto di Hans “Hasse” Larsson è interessante. Perché lavora al Mjällby, piccolo club di una città di 1600 abitanti, perché non ha un ufficio suo né un computer, perché ha trascorso qui l’intera carriera. È stato calciatore, allenatore e oggi (a 61 anni) il d.s. di una squadra fondata il 1° aprile. Sembra uno scherzo, non lo è affatto.

 

 

Hans “Hasse” Larsson e il Mjällby

Prima, un po’ di geografia. Il comune svedese di Sölvesborg ha 8000 abitanti e si affaccia sul mar Baltico tramite Hällevik, un’area di 1600 abitanti sulla penisola di Listerlandet. Il Mjällby AIF ha sede proprio ad Hällevik, dov’è stato fondato il 1° aprile 1939, e ha la fama di squadra-ascensore. Questo perché ha giocato per la prima volta in Allsvenskan (la Serie A svedese) nel 1980, però è retrocesso subito, ci è tornato nel 1983 ed è retrocesso ancora, è tornato nel 1985 e da qui sono passati 24 anni prima di rivederlo. Dopo anni in cui puntualmente il Mjällby era tra i favoriti per la promozione – e invece è retrocesso in terza serie – finalmente nel 2010 torna in Allsvenskan. Stavolta si salva, anzi finisce 6° grazie ai 15 gol tra campionato e coppa di Moestafa El Kabir (che in estate firmerà col Cagliari), poi 10°, poi 12°, poi 11°. Nel 2014 il Mjällby rischia: né il 39enne portiere Mattias Aspen, ex nazionale svedese, né l’acquisto estivo del 33enne Christian “Chippen” Wilhelmsson salveranno la squadra. Così l’ex romanista Chippen si ritirerà a inizio 2015, mentre il Mjällby gioca in Serie B svedese (Superettan) e retrocede ancora. Fa tre anni in terza serie, poi due promozioni di fila e nel 2020 torna in Allsvenskan, dove ottiene il suo miglior piazzamento di sempre: il piccolo Mjällby è 5°. Da allora, due volte 9° e un 7° posto l’anno scorso. Il merito è di…

 

 

Tottenham, fragole, trattori

Hans Larsson aveva 17 anni quando nel 1979, anno in cui il Mjällby fu promosso in Allsvenskan per la prima volta, entrò nel club giallonero. Ha vissuto tutta la vita sulla penisola di Listerlandet. Prima da centrocampista, fino al ritiro nel 1995, poi allenatore (1999-2002 e nel 2015). Oggi vive in una villa a 200 metri da Strandvallen, lo stadio del Mjällby, con la compagna Emma e i due figli, Ludde T e Svante T. Nessun errore, le T stanno per Tottenham, squadra del cuore di Larsson (ma uno dei due figli tifa Liverpool). Oltre a questo, Hans Larsson dal 2016 fa il direttore sportivo del Mjällby. Non ha un ufficio né un computer, non fa trasferte se non alcune nella vicina Danimarca. Guarda un sacco di partite e ha lanciato talenti come Amin Sarr, venduto al Malmö e oggi al Lione. Oltre a d.s. del Mjällby, Larsson è anche il proprietario di un’azienda agricola di famiglia, rilevata dai genitori: «Ho venduto le mie prime fragole a 12 anni. Ho fatto guadagni e perdite ma di solito, se guardo un calciatore dal vivo e lo prendo, non sbaglio mai». Il prossimo sarà l’attaccante Arvid Brorsson, che a gennaio è stato presentato su un trattore (non c’entra Erling Haaland).

 

 

Nuotate, Gubbio, Potter

Ad agosto 2019, Hans Larsson fece una promessa: se il mediano Jesper Gustavsson (0 gol in 150 partite) avesse fatto gol, avrebbe nuotato fino sull’isola di Hanö. Ovviamente, a fine settembre Gustavsson segnò il suo primo gol in carriera. «Alziamo la posta, se vinciamo il campionato nuoto 10 km in mare aperto», ribatté. Il Mjällby vinse, e non si sa se la promessa sia stata mantenuta. Il prossimo 18 maggio si gioca invece la finale di Coppa di Svezia tra il BK Häcken, che ha vinto il campionato lo scorso 30 ottobre, e il piccolo Mjällby, capitanato dal 36enne David Löfquist (ex Gubbio), alla sua prima finale di sempre: «Abbiamo scritto la storia», dice il tecnico Anders Torstensson. Vincendo, il Mjällby giocherebbe i playoff di Europa League come nel 2016 l’Östersunds FK di Graham Potter, Aly Keita e Brwa Nouri. Il Mjällby – che nel girone ha rimontato da 0-2 a 3-2 contro il Sirius, ai quarti di finale ha battuto il Kalmar ai calci di rigore, quindi in semifinale ha eliminato il grande Hammarby (1-0) – gioca in casa, allo Strandvallen, che può ospitare al massimo 7500 persone. Bastano per i 1600 di Hällevik, non per gli 8000 di Sölvesborg. È già partita la caccia al biglietto.