Jens Petter Hauge è una delle rivelazioni dell’avvio di stagione del Milan. Il club rossonero lo ha acquistato dal Bodø/Glimt per 5 milioni di euro: un’intuizione di Paolo Maldini, che ha chiuso il colpo dopo averlo visto giocare contro la sua squadra a San Siro nei play-off di Europa League. Ha parlato di lui Aasmund Bjørkan, direttore sportivo del Bodø/Glimt nonché ex tecnico del club norvegese con cui si è messo in luce Hague, ai microfoni de La Gazzetta dello Sport.
LA SCOPERTA – «Ero andato a vederlo, poi tra gli avversari è spuntato Hauge. Aveva 7 anni, quel giorno dribblò tutti e segnò un paio di gol. Ricordo un ragazzino secco che palleggiava nel cortile di casa senza far mai cadere la palla. Un predestinato».
LA SVOLTA – «Nel 2016, in Coppa di Norvegia. Jens aveva 17 anni e per le giovanili era già sprecato. Un ragazzo di un altro pianeta. All’epoca ero l’allenatore del Bodoe, così lo convocai in prima squadra. “Stai tranquillo”, gli dissi. Segnò una tripletta in venti minuti, da quel giorno non è più uscito».
IL MILAN – «L’avevano notato molto tempo prima, la gara di Europa League fu solo la scintilla. Lo volevano in Premier, Bundesliga e Serie A, ma eravamo in parola con Maldini. Il Milan può vincere lo scudetto, basta far giocare Hauge… È un fenomeno, ci pensa lui».