Istituito nel 1956 dalla rivista France Football, su idea del giornalista (ed ex calciatore) Gabriel Hanot, il Pallone d’oro è il riconoscimento individuale più ambito dai giocatori di livello mondiale.
I criteri per l’assegnazione del premio sono descritti nell’articolo 10 del relativo regolamento:
- insieme delle prestazioni individuali e di squadra durante l’anno preso in considerazione;
- valore del giocatore (talento e fair play);
- carriera;
- personalità, carisma.
Fino al 1994 il premio è stato assegnato al miglior giocatore europeo militante in una squadra europea. Dall’edizione 1995, il regolamento è cambiato, prendendo in considerazione qualsiasi tipo di nazionalità purché il giocatore militasse sempre in una squadra del vecchio continente. A partire dal 2007, il premio viene assegnato al miglior giocatore del mondo.
Ma, tra tutte le assegnazioni, numerose sono state quelle in cui il pubblico ha espresso il proprio dissenso, criticando aspramente le votazioni dei giornalisti.
Ecco quindi i Palloni d’oro più discussi di sempre.
1956 – Stanley Matthews (+3 punti)
La prima edizione del trofeo se l’aggiudica l’ala del Blackpool. Pur terminando l’anno senza trofei, il quarantunenne inglese si porta a casa il Pallone d’oro con 47 punti. Al secondo posto c’è Alfredo Di Stéfano, a quota 44: alla Saeta Rubia non basta la vittoria della prima Coppa dei Campioni con il Real Madrid e il titolo di Pichichi de LaLiga. La giuria composta, da 16 giornalisti di altrettante nazionalità diverse, sceglie Matthews: tutt’oggi è il più anziano vincitore della storia del Pallone d’oro.
1966 – Bobby Charlton (+1 punto)
Un altro inglese, dieci anni più tardi. Nell’anno del Mondiale giocato sotto gli occhi di sua Maestà la regina Elisabetta, la nazionale dei tre leoni trionfa a Wembley. Bobby Charlton, leggenda del Manchester United, chiude la manifestazione con 6 presenze e 3 gol, ma il man of the match della finale (3-2 sulla Germania Ovest) è Geoff Hurst, autore di una tripletta.
Sir Bobby, in quell’anno, non riesce a vincere alcun titolo con i Red Devils: conquisterà la First Division nella stagione successiva.
L’assegnazione del Pallone d’oro è una vera e propria lotta.
L’attaccante di Ashington, infatti, a quota 81, precede di un solo punto (0.21%) la Pantera Nera portoghese, Eusébio. Il centravanti del Benfica vive un anno incredibile, pur senza vincere nessun trofeo di squadra. Si laurea capocannoniere della Coppa dei Campioni, con 7 gol, miglior marcatore della Primeira Liga, con 25 gol, e anche bomber più prolifico del Mondiale britannico, con 9 gol, chiuso al terzo posto. Non basta ed Eusébio, campione in carica, non riesce a bissare il successo del Pallone d’oro.
1969 – Gianni Rivera (+4 punti)
Primo italiano di sempre a vincere il prestigioso riconoscimento. Il Golden Boy di Alessandria, nel 1969, conquista la Coppa dei Campioni (la seconda) con il Milan, battendo in finale l’Ajax di un giovanissimo Johan Cruijff. Il Pallone d’oro è suo grazie agli 83 punti conquistati.
In seconda posizione troviamo l’attaccante del Cagliari, Gigi Riva. Rombo di Tuono chiude la Serie A ’68-’69 al secondo posto con i sardi, vincendo però il titolo di capocanonniere del campionato (20 gol) e della Coppa Italia (9 gol). L’anno dopo si rifarà, vincendo Scudetto, titolo di capocannoniere (terzo in carriera) e arrivando in finale al Mondiale messicano. Anche nel 1970 arriverà sul podio del Pallone d’oro, questa volta in terza posizione, dietro Bobby Moore e Gerd Müller.
1972 – Franz Beckenbauer (+2 punti)
Nell’anno della terza Coppa dei Campioni vinta dall’Ajax, le prime tre posizioni della classifica del Pallone d’oro sono occupate da altrettanti calciatori tedeschi.
Kaiser Franz arriva primo e vince il trofeo, ma per pochissimo. Il capitano del Bayern, infatti, chiude con 81 punti, due in più di Gerd Müller (compagno di squadra) e Günter Netzer, stella del Borussia Moenchengladbach: entrambi a quota 79.
Nell’estate di quell’anno, tutti e tre trionfano all’Europeo disputato in Belgio: 3-0 in finale all’Unione Sovietica firmato dalla doppietta di Müller e gol di Wimmer. A livello nazionale, Beckenbauer e Müller vincono anche la Bundesliga.
1977 – Allan Simonsen (+3 punti)
L’attaccante danese vince la Bundesliga con il Borussia Moenchengladbach, risultando anche il miglior marcatore stagionale dei neroverdi. La squadra arriva anche in finale di Coppa dei Campioni, dove Simonsen realizza il momentaneo 1-1, ma alla fine sarà il Liverpool ad imporsi, portando a casa il primo dei tre trofei sotto la guida di Bob Paisley.
Proprio in quel Liverpool, la seconda punta numero sette è Kevin Keegan. L’inglese, con i Reds, conquista la coppa dalle ‘grandi orecchie’, la First Division, il Charity Shield e arrivando anche in finale di FA Cup (persa con il Manchester United). Nonostante tutti questi trofei, oltre a laurearsi miglior realizzatore stagionale del Liverpool, Keegan non riesce ad aggiudicarsi il Pallone d’oro, ottenendo solamente 71 punti, contro i 74 ottenuti da Simonsen.
Keegan si riscatterà vincendo le edizioni 1978 e 1979.
1982 – Paolo Rossi
Pablito vince il Pallone d’oro con la maggioranza dei punti, 115, grazie alla conquista del Mondiale con l’Italia di Bearzot. Il CT triestino decide di convocarlo, a sorpresa, nonostante Rossi sia reduce da due anni di squalifica causa Totonero. Roberto Pruzzo rimane a casa pur essendo capocannoniere della Serie A da due stagioni consecutive. Alla fine la scommessa è azzeccata: Rossi si laurea miglior marcatore della manifestazione con 6 reti.
Complessivamente, però, quel 1982 è piuttosto ‘scarno’ per l’attaccante di Prato. Colleziona infatti soltanto tre presenze da aprile (cioè quando termina la squalifica). Avrà poi più continuità con l’inizio della stagione ’82-’83.
Sul podio del Pallone d’oro seguono Alain Giresse (64 punti) e Zbigniew Boniek (53).
1996 – Matthias Sammer (+1 punto)
L’edizione 1996 in cui trionfa il difensore tedesco del Borussia Dortmund è forse la più discussa di sempre.
Sammer conquista l’Europeo giocato in Inghilterra e, al termine delle votazioni, il Pallone d’oro è suo visti i 144 punti. Al secondo posto c’è Ronaldo che, nonostante un grave infortunio al ginocchio e la giovanissima età, insidia Sammer chiudendo a quota 143. Il Fenomeno divide l’anno tra PSV Eindhoven e Barcellona. Per molti è già l’attaccante più forte in circolazione. Infatti, nel 1996-1997 vincerà Coppa di Spagna e Coppa delle Coppe con i blaugrana, laureandosi miglior marcatore de LaLiga. Il Pallone d’oro dell’anno successivo sarà suo.