Philippe COUTINHO
Titolo sportivo per il giocatore del Bayern Monaco. Ispirato a una storia vera, Coach Carter racconta la storia di un ex allenatore di basket che si trova ad allenare una squadra di ragazzi poveri e problematici. Dopo le prime difficoltà, troveranno nel loro tecnico un punto fermo: «Tu potrai diventare un vincente. Perché ho una certezza ed è questa. Le sconfitte si fermano qui. A partire da oggi giocherete da vincenti, agirete da vincenti e soprattutto voi sarete vincenti. Se ascolterete e imparerete, vincerete partite di basket e signori, vincere qui dentro è la chiave per vincere là fuori».
Leonardo BONUCCI
Io sono leggenda, quello che sogna di diventare il difensore, alla ricerca della vittoria di quella Champions League sfuggitagli troppe volte. Il film del 2007, tra fantascienza e azione, tra horror e dramma, è la pellicola preferita da Bonucci, dove Robert Neville sembra essere l’unico sopravvissuto ad una spaventosa epidemia generata dal virus del morbillo geneticamente modificato, originariamente concepito dalla dottoressa Alice Krippin per combattere il cancro.
Federico BERNARDESCHI
Premio Oscar per il miglior montaggio nel 1996, Seven è il titolo scelto dal centrocampista italiano nelle serate in cui vuol staccare la testa. Il film parla dei sette vizi capitali a cui sono abbinati altrettanti efferati omicidi.
Riccardo MONTOLIVO
Matrix. Beh, non Marco Materazzi, bensì il capolavoro di fantascienza nel 1999 vincitore di 4 premi Oscar. «Matrix è ovunque. È intorno a noi. Anche adesso, nella stanza in cui siamo. È quello che vedi quando ti affacci alla finestra, o quando accendi il televisore. L’avverti quando vai al lavoro, quando vai in chiesa, quando paghi le tasse. È il mondo che ti è stato messo davanti agli occhi per nasconderti la verità».