La qualità non basta, soprattutto per andare in Nazionale. Storia di cinque ragazzi che non sono mai riusciti a rappresentare il proprio Paese.
Mauro Zarate
Il suo talento non è mai andato di pari passo con le aspettative. Italia, Argentina, Inghilterra: dopo aver fatto il fenomeno con Lazio e Velez, dopo aver scelto di andare all’Al-Sadd a 20 anni prima di intraprendere una carriera nel grande calcio, Mauro si è trasferito al Boca Juniors dopo aver vestito la maglia del Velez. Un tradimento mai perdonato. E un calciatore che, dotato di classe cristallina, non ha mai vestito la maglia della Nazionale in un reparto da sempre pieno di stelle.
Alex Teixeira
Sei anni in Ucraina allo Shakhtar Donetsk prima di volare nel 2016 in Cina, al Jiangsu Suning. Un talento che aveva stregato le più importanti società del mondo, e che ha scelto l’Asia come meta della sua carriera. Niente Nazionale: l’argento al Mondiale U-20 del 2009 in Egitto rimane l’unico trofeo.
Paolo Di Canio
Nove presenze e due reti con l’Under-21. Niente Nazionale maggiore, ma… una consolazione: nel 2009 è diventato l’attaccante della Nazionale Beach Soccer.
Mikel Arteta
Dal campo alla panchina. Il tecnico dell’Arsenal, cresciuto calcisticamente nel Barcellona, ha giocato ad alti livelli tra Real Sociedad, Everton e Arsenal, incontrando sulla sua strada in Nazionale – fermatasi in Under-21 – degli autentici mostri sacri.
Gabi
Ha scritto la storia dell’Atletico Madrid a più riprese, fermandosi all’Under-21 con cui ha vinto la medaglia d’argento al Mondiale U-20 nel 2003. Là davanti troppa concorrenza.
Maxi Lopez
Oro al campionato Sudamericano U-20 2003 in Uruguay, oro ai giochi panamericani nello stesso anno. Ma niente, mai convocato dalla Nazionale maggiore.
Jermaine Pennant
Dall’Under-16 all’Under-21 non ne ha mancata una. Poi si è fermato, senza mai indossare la maglia della Nazionale dei grandi. È uno dei giocatori con il maggior numero di presenze nelle selezioni giovanili inglesi.
Dario Hubner
Vi lasciamo alle sue parole a Quotidiano.net: «Il mio rimpianto più grande: non volevo un Mondiale, mi bastavano 5 minuti. Credo me li meritassi. Oggi in duecento indossano l’azzurro, poi spariscono dal calcio».