Il chirurgo che ha operato Ibrahimovic nel 2017 ci aveva visto decisamente giusto

by Redazione Cronache

Si chiama Freddie Fu.
Medico chirurgo originario di Hong Kong, presidente del Dipartimento di Chirurgia Ortopedica presso la Facoltà di Medicina dell’Università di Pittsburgh.

Il primo maggio del 2017 ha operato Zlatan Ibrahimovic. Lo svedese aveva riportato la rottura del legamento crociato anteriore e posteriore durante la sfida di ritorno dei quarti di finale di Europa League, vinta 2-1 dal suo Manchester United sull’Anderlecht.

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In quel momento, era il 20 aprile, Ibra aveva esattamente 35 anni e 199 giorni. Per molti, la sua carriera era definitivamente arrivata al capolinea: impossibile recuperare a quell’età dopo un infortunio così grave e addirittura pensare di mantenersi al livello a cui aveva abituato le platee del calcio mondiale.

Ma il dottor Fu è stato il primo a sbilanciarsi dopo l’operazione, dichiarando al South China Morning Post:

«Non posso entrare nel dettaglio, perché non voglio finire nei guai con il Manchester United, ma posso dirvi che è Zlatan è in forma superba sotto ogni punto di vista, morfologico, della qualità delle ossa e dei muscoli. Lui è un atleta top. Per me potrà giocare ancora per molti anni, è in ottima salute ed è forte in ogni aspetto.
Non abbia fretta di rientrare, si prenda il suo tempo. È molto forte, ma il calcio è ancora uno sport di contatto. Come medico, naturalmente, voglio vederlo tornare prima possibile, ma solo quando è completamente in forma. Ci sono molti casi di giocatori che sono tornati prematuramente con cattive conseguenze».

A distanza di tre anni e mezzo, quelle parole suonano come una profezia. Probabilmente Fu ci credeva davvero, non erano frasi di circostanza o di buon auspicio. Un professionista della sua esperienza e del suo calibro avrà sicuramente avuto a disposizione i parametri per potersi sbilanciare in quello che a tutti sembrava un azzardo fuori da ogni logica.
Chissà in quanti, leggendo queste parole, all’epoca avevano deriso il dottor Fu, tacciandolo di troppo ottimismo.

Beh, oggi possiamo dire che in quella sala operatoria, quel primo maggio, c’erano due fenomeni: uno con il bisturi in mano, l’altro sotto anestesia.

Il ginocchio di Ibrahimovic è talmente straordinario che, oggi, un’équipe di medici proprio dell’Università di Pittsburgh ha deciso di studiarlo attentamente in ogni sua struttura, per cercare di capire cosa lo porti ad essere un meccanismo praticamente perfetto.

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