Il destino ha accomunato Nicolò Zaniolo e Carlo Ancelotti. L’allenatore dell’Everton, infatti, come il centrocampista della Roma, quando era in giallorosso ha subito due infortuni gravi ai legamenti crociati della gamba destra e sinistra. Di questo ha parlato in un’intervista a La Gazetta dello Sport.
AUGURIO – «Nei prossimi giorni lo chiamerò al telefono, ma deve stare tranquillo. Tornerà più forte di prima, glielo garantisco. Io mi sono fatto male 40 anni fa, ora la chirurgia ha fatto passi da gigante e anche le tecniche di riabilitazione sono in continuo aggiornamento. Sono sicuro che Zaniolo diventerà un fuoriclasse e questo, oltre che per la Roma, è un bene per l’Italia»
RUOLO – «Zaniolo ha qualità tecniche e fisiche impressionanti. Potrà fare in campo quello che vorrà, non escludo che possa diventare un grandissimo centrocampista, arretrando il suo raggio d’azione»
INFORTUNI – «Il primo fu nell’ottobre del 1981, il 25 ottobre mi pare. Giocavamo all’Olimpico: Roma-Fiorentina. Mi marcava Casagrande, un mediano tosto e ruvido. C’è un fallo laterale, mi danno il pallone, lo stoppo di petto e, per liberarmi di Casagrande, faccio un movimento strano e sento che il ginocchio destro cede. Il secondo crack il 4 dicembre 1983, al Comunale di Torino. Partitissima contro la Juve, salto di testa assieme a Cabrini, lui mi sbilancia, io cado male e ciao ciao ginocchio. Il sinistro, stavolta. Altro dolore, altra operazione, altra fisioterapia, altri momenti difficili».
MONDIALE ’82 – «Bearzot mi avrebbe convocato per la Spagna, ero già nel giro della Nazionale. Il c.t. mi teneva in grande considerazione nonostante l’avessi combinata grossa alla prima trasferta, al Mundialito in Uruguay: eravamo in ritiro, una sera io, Tardelli e Gentile uscimmo di nascosto e rientrammo alle due di notte. Bearzot ci aspettava davanti all’ascensore: a Tardelli e Gentile non disse nulla, a me fece una ramanzina che ricordo ancora. Però mi voleva bene e dopo l’infortunio mi telefonò diverse volte e mi incoraggiò. Non mollare, mi ripeteva. E io no, non ho mollato».
SCUDETTO – «Momento indimenticabile. Che auguro a Zaniolo di vivere, perché vincere un campionato con la maglia giallorossa addosso è qualcosa di unico. Vedrete che lui ce la farà e trascinerà ancora la Magica, io la chiamo ancora così: per me è sempre la Maggica, con due “g”».
ADDIO – «Non ho mai pensato di smettere. Combatto tutti i giorni una battaglia speciale con le mie ginocchia. Perché mi fanno ancora male, ma io non arretro di un passo. Loro mi fanno male? E io corro. Loro mi fanno male? E io vado in bicicletta. Loro mi fanno male? E io calcio in porta. Anche Zaniolo deve fare così, tirare fuori il carattere da guerriero. Ma sono sicuro che la grinta non gli manca. Guai ad abbattersi, sarebbe come darla vinta a loro, alle maledette ginocchia. No, mi ripeto sempre, non mi avrete mai».