Abbiamo deciso di schierare la formazione più forte di tutti i tempi.
Sì, sappiamo che sarà un’impresa praticamente impossibile. I nomi sono tantissimi, giocatori pazzeschi che hanno scritto pagine indelebili della storia del gioco.
Ma vogliamo provarci e a scegliere sarete voi, semplicemente votando le vostre leggende preferite durante questa settimana, optando per chi ritenete sia il migliore di sempre, reparto per reparto.
Ogni giorno, ruolo per ruolo, proporremo le liste che abbiamo scelto. Dovrete esprimere 3 preferenze, non importa l’ordine, ma abbiamo dato la possibilità di scegliere più giocatori anche tra gli stessi concorrenti perché, oggettivamente, in certi casi sarà veramente difficile riuscire a sceglierne solamente uno. Le votazioni saranno aperte per ventiquattro ore dal momento della pubblicazione, fino a quando non presenteremo la lista del nuovo ruolo, il giorno successivo.
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I candidati – portieri
Oggi partiamo con i portieri. Ne abbiamo selezionati 10. Ecco i candidati.
Gordon Banks
Portiere inglese classe ’37, venuto a mancare nel febbraio del 2019, ha diviso la propria carriera tra Chesterfield, Leicester, Stoke City, Cleveland Stokers, Ney York Cosmos, St Patrick’s e Ft. Lauderdale Strickers.
Ma è proprio con la nazionale dei Tre Leoni che coglie i successi più importanti, sia a livello individuale che collettivo. Difende i pali della porta britannica dal 1963 al 1972, per un totale di 73 presenze e 75 reti subite. Vince il Mondiale giocato in casa nel 1966 e chiude al terzo posto l’Europeo del ’68 vinto dall’Italia.
Il 6 giugno 1970, in occasione della partita del girone contro il Brasile, compie quella che secondo molti è la parata più bella della storia del calcio, salvando un colpo di testa di Pelé sul secondo palo che sembrava ormai destinato a gonfiare la rete.
Tutt’oggi, Banks detiene il record di imbattibilità della nazionale inglese con 721 minuti consecutivi senza subire gol.
Gianluigi Buffon
Classe ’78, per lui il ritiro è una scelta ancora non contemplabile. Gioca ininterrottamente dal 19 novembre 1995 quando l’allenatore del Parma, Nevio Scala, lo fa esordire da titolare al ‘Tardini’ contro il Milan. Il giovane Gigi non è ancora maggiorenne e sfodera una prestazione incredibile, salvando i ducali: il match termina 0-0 e le sue parate sono determinanti.
Recordman di presenze in Serie A, detiene anche il primato di imbattibilità con 974 minuti consecutivi senza subire reti in campionato.
I record e i trofei collezionati dal portiere carrarino durante la propria carriera, tra club e nazionale, sono troppi e scrivere l’elenco completo di numeri e palmarès porterebbe via mezza giornata.
Secondo voi è lui il miglior portiere di sempre?
Iker Casillas Fernández
Leggenda del Real Madrid e della Spagna, che ha chiuso la propria carriera nelle file del Porto. Esordisce giovanissimo, il 12 settembre 1999 in trasferta al ‘San Mamés’ contro l’Athletic Bilbao.
Ha vinto tutto ciò che si potesse vincere, sia con i club che con la nazionale. Gli ‘manca soltanto’ la Coppa UEFA. Ha il record di presenze nella storia della Champions League: 181. È il secondo giocatore più presente della storia delle Merengues, dietro Raul, con 725 apparizioni (e 751 gol subiti).
Devastante nelle uscite basse, grande portiere anche tra i pali, sebbene non sia molto alto, ma era dotato di un’agilità eccezionale. Meno efficace nelle uscite alte, ma resta comunque uno dei portieri più forti di sempre: la ‘rivalità’ con Buffon si è protratta per un po’ di anni a cavallo del primo decennio del nuovo secolo.
Petr Čech
Il Chelsea lo acquista dal Rennes nel gennaio del 2004, per 13 milioni di euro: diventa il portiere più costoso della storia del club londinese.
In carriera ha vestito anche le maglie di Blsany, Sparta Praga e Arsenal. Si è ritirato nel 2019.
Tra i portieri migliori del nuovo millennio, il 14 ottobre 2006, durante la partita tra Reading e Chelsea, dopo soli 16 secondi dall’inizio dell’incontro, si scontra con il centrocampista avversario Stephen Hunt, riportando una frattura al cranio e venendo operato d’urgenza. Da quel giorno ha sempre giocato con un elmetto protettivo che lo ha reso ancora più celebre, nel caso in cui non bastassero le sue parate clamorose. Ha il record di presenze con la Repubblica Ceca: 124. Detiene anche il primato di clean sheet, ovvero partite con la porta inviolata, nella storia della Premier League: 200.
Oliver Rolf Kahn
Il chiaro esempio che per diventare portieri bisogna essere un po’ pazzi. E il classe ’69 ex Bayern Monaco e Karlsruhe lo era eccome.
Ha difeso la porta dei bavaresi dal 1994 al 2008, vincendo 8 Bundesliga, 6 Coppe di Germania, 6 Coppe di Lega tedesca (record), una Champions League, una Coppa UEFA e una Coppa Intercontinentale. Con la nazionale ha conquistato l’Europeo del 1996 e il secondo posto ai Mondiali del 2002. Numerosi i riconoscimenti individuali, tra cui spiccano le tre volte in cui è stato eletto miglior portiere dell’anno dall’IFFHS.
Non si faceva problemi a prendere il collo gli avversari che invadevano la sua zona all’interno dell’area piccola, o ad uscire in presa alta con la gamba tesa e il piede a martello, per mantenere una sorta di ‘distanza di sicurezza’. Quel ghigno e quella sfrontatezza lo hanno contraddistinto per tutta la carriera.
Manuel Neuer
L’altro tedesco della lista, molto probabilmente, il portiere più forte che si sia visto negli ultimi dieci anni. Parte con lo Schalke 04, poi anche lui, come Kahn, passa al Bayern Monaco, nell’estate del 2011, per 30 milioni di euro.
I numeri con il club biancorosso sono allucinanti: ad oggi, 397 presenze e 290 gol subiti.
Ha vinto praticamente tutto, all’appello mancano la Coppa UEFA e l’Europeo con la Germania, dove al massimo è arrivato in semifinale, nel 2012 e nel 2016.
Nel 2014 ha vinto il Mondiale in Brasile e si è classificato terzo, dietro a Messi e a Cristiano Ronaldo, nella corsa al Pallone d’oro con il 15.72% dei voti.
Il suo stile inconfondibile, impenetrabile tra i pali, insuperabile nelle uscite basse con quella tecnica propria della scuola tedesca che ricorda molto i portieri di pallamano. Il tutto unito ad un’abilità con il pallone tra i piedi degna del miglior regista di centrocampo. Forse il miglior di ogni epoca nell’interpretare il ruolo dell’estremo difensore moderno, capace di accorciare al meglio con la difesa alta. Non ha mai disdegnato dribbling rischiosissimi sull’attaccante di turno accorso in pressing, nonostante risulti come ultimo uomo.
Peter Bolesław Schmeichel
Danese, classe ’63, ha difeso la porta dell’incredibile nazionale che ha vinto l’Europeo del 1992 come ripescata.
Ha legato la propria carriera al Manchester United, dove ha militato dal 1991 al 1999. Ha vestito anche le maglie di Gladsaxe/Hero, Hvidovre e Brøndby, in patria, poi Sporting Lisbona, Aston Villa e Manchester City, dove ha appeso i guanti al chiodo.
Con i Red Devils ha vinto, tra gli altri trofei, 5 Premier e una Champions League. Inoltre, sotto la guida di Sir Alex Ferguson, è riuscito anche a segnare 2 gol.
È il recordman di presenze (129) con la Danimarca.
La sua qualità più importante era la grandissima agilità, nonostante un fisico possente di 193 centimetri per 102 chili.
Cláudio André Mergen Taffarel
«Sai que é sua, Taffarel!»
Frase diventata celebre nella cultura calcistica brasiliana. La gridava sempre Galvão Bueno, storico telecronista della partite del Brasile. Era il suo incoraggiamento al portiere della propria nazionale che peccava un po’ nelle uscite alte: «Esci che è tua Taffarel!».
Per il resto, il classe ’66, era davvero fortissimo, specialmente nel fronteggiare i calci di rigore, ma in questo caso è meglio non rigirare il dito nella piaga.
Debutta con l’Internacional di Porto Alegre, poi il Parma lo acquista nel 1990. Passa alla Reggiana nel ’93-’94 e torna in patria, all’Atlético Mineiro. Chiude la carriera con i ducali, dopo un’esperienza al Galatasaray.
Decisamente ‘basso’ per il proprio mestiere (1’82), era poco spettacolare, molto freddo e con grandi riflessi. Ha saputo spezzare la tradizione negativa per cui la nazionale verde-oro non ha mai avuto grandi portieri. Infatti ha vinto il Mondiale di USA ’94 da protagonista assoluto.
Lev Ivanovič Yashin
L’unico portiere della storia capace di vincere il Pallone d’oro, nel 1963.
La sua storia è molto particolare. Con un fisico gigantesco per la media dell’epoca (1’89 per 82 chili), inizia come portiere di hockey su ghiaccio, nella Dinamo Mosca, con cui gioca tra il 1951 e il 1953 e vince la Coppa sovietica.
Comincia (nuovamente) nel ’54 quando, visto l’infortunio del titolare Chomič, diventa il titolare della Dinamo Mosca, questa volta sezione… calcistica.
È l’inizio di una carriera straordinaria, fino al ritiro, avvenuto il 27 maggio 1971. Vince l’Oro olimpico con l’U.R.S.S. a Melbourne ’56, il primo Europeo di calcio nel 1960 e arriva secondo nell’edizione successiva del ’64, persa contro i padroni di casa della Spagna.
Soprannominato Ragno nero, per la tipica divisa monocolore che indossava in ogni partita, si è spento il 20 marzo del 1990.
Secondo l’IFFHS è stato il miglior portiere del XX secolo, mentre si è classificato 11° nella classifica dei migliori giocatori del medesimo secolo stilata dalla rivista World Soccer.
Dino Zoff
Di Mariano del Friuli, classe 1942, fa il suo esordio in Serie A con l’Udinese, il 24 settembre 1961, contro la Fiorentina, subendo addirittura 5 gol.
Passa al Mantova nel 1963, dove resta fino al 1967, quando lo acquista il Napoli. All’ombra del Vesuvio trascorre cinque stagioni, prima del passaggio alla Juventus, con la quale domina in Italia e vince anche in Europa.
Undici anni in bianconeri, fino al ritiro nel 1983, e i numeri sono straordinari: 479 presenze e 355 gol dubiti.
Titolare in nazionale dal ’68 sino al termine della carriera (eccezion fatta per il Mondiale messicano del ’70 giocato da Albertosi), per un totale di 112 presenze e 84 gol al passivo. Con gli azzurri vince l’Europeo del 1968, giocato in casa, e il Mondiale spagnolo del 1982, da capitano, unico italiano di sempre a riuscire in questa accoppiata.
Giocatore con più presenze consecutive in Serie A, sia in assoluto (332) sia con la Juventus (330). Il più anziano di sempre a vincere un Mondiale, a 40 anni. Detiene la più lunga striscia d’imbattibilità nella storia delle Nazionali di calcio, con 1142 minuti consecutivi passati senza subire gol.