di Giovanni Benvenuto
«Ehi Rodri, non pensare di essere migliore dei tuoi compagni. E se subisci fallo lascia che sia l’arbitro a fischiarlo». Queste le parole della mamma, quasi a voler dire: «Sii umile, testa bassa e pedalare». E infatti è stato proprio così: Rodrygo Goes ieri sera è entrato in campo e in silenzio ha consegnato ai galacticos tre punti in chiave qualificazione ottavi Champions. Lui non si monta la testa e pensa già al prossimo match, merito dell’educazione insolita ricevuta dalla sua famiglia che, ai tempi del Santos, appendeva una lista di comandamenti da seguire sulla porta della sua cameretta.
Il futsal e la luce dopo il buio
Rodrygo lascia tutti di stucco per la sua facilità di controllare il pallone e l’abilità di inserirsi negli spazi. Non è altissimo e ovviamente l’incornata non fa parte del suo stile di gioco ma è una spina nel fianco quando si tratta di scardinare le retroguardie avversarie.
Il gol siglato contro i nerazzurri ne è la prova: inserimento, controllo e sassata sotto la traversa tanto che Handanovic è rimasto immobile. Cinico ma anche molto tecnico: da giovanissimo era solito a provare le sue giocate sui campi del futsal e le sue qualità sono subito saltate all’occhio dei talent scout blancos, che decidono di strapparlo dopo la trafila al Santos. E col Peixe? Sei gol in una partita under 17 nel campionato carioca e inoltre uomo record diventando il marcatore più giovane del calcio brasiliano in Copa Libertadores. Curiosità? La cifra. Il Real ha sborsato quarantacinque milioni per assicurarselo, poco più rispetto a quelli spesi per un giocatore a caso come Luka Modric (42 mln).
Molti dicono che assomiglia a Neymar ma come già notato in precedenza lui non si monta la testa. Più che il nuovo O’Ney possiamo dire che è come un quadro di Caravaggio visto il suo valore e le sue grandi prospettive. E guarda caso ieri dopo le tenebre griffate Lautaro e Perisic ha fatto vedere la «luce» a Zizou.