Il Presidente del Consiglio dei Ministri, Giuseppe Conte, ha parlato in conferenza stampa per dare gli ultimi aggiornamenti sull’emergenza Coronavirus.
«Abbiamo fatto un decreto legge che riordina un poco la disciplina dei provvedimenti presi. Faccio una premessa: il nostro assetto non prevedeva un’emergenza del genere, fin dall’inizio abbiamo adottato la possibilità di usare i DPCM per adottare specifiche misure tenendo conto dell’andamento del Coronavirus. I DPCM sono uno strumento flessibile che ci consente di dosare le misure di contenimento e di prevenzione. Con questo decreto legge abbiamo anche regolamentato i rapporti tra l’attività del Governo e il Parlamento. Ogni decreto sarà trasmesso ai presidenti delle Camere e poi io andrò a riferire in Parlamento sulle misure adottate. Abbiamo definito anche i rapporti tra gli interventi del Governo e le Regioni: lasciamo che i Presidenti delle Regioni possano adottare provvedimenti anche più severe e restrittive. Rimane la funzione di coordinamento degli interventi del Governo. Infine, a livello sanzionatorio, è prevista una multa che va dai 400 ai 3000 euro. Sono orgoglioso della reazione degli italiani nel rispettare le indicazioni fornite. Le forze dell’ordine stanno controllando tutto, ma la stragrande maggioranza dei cittadini si sta conformando alle nuove regole. Si è creato un po’ di dibattito sul fatto che l’emergenza sarebbe stata prorogata fino al 31 luglio: non è niente di vero, abbiamo deliberato lo stato di emergenza il 31 gennaio per uno spazio massimo di sei mesi. Questo non significa che le misure restrittive saranno prorogate fino a quella data. Siamo continuamente al lavoro con i sindacati, ci sentiamo tutti i giorni. L’Italia non ha mai affrontato problematiche del genere, col senno di poi si può dire che si poteva fare meglio. Non c’è una soluzione univoca che possa mettere tutti d’accordo. Mi auguro che non ci siano scioperi, l’Italia non se lo può permettere. Confido che questi annunci possano rientrare, dobbiamo garantire a tutti l’approvvigionamento dei servizi necessari».