SCUDETTO – «Continuo a ripetere la stessa cosa. Le partite iniziano a essere sempre di meno, le vittorie iniziano a valere sei punti. Il Milan ieri aveva vinto a Parma e per noi era importante mantenere inalterate le distanze, ormai ci stiamo abituando a questo tipo di situazione. Per tantissimi è la prima volta sotto pressione e giocare per vincere perché le altre prendono punti, io però sono molto soddisfatto del cammino di questi ragazzi. Nel giro di quasi due stagioni siamo cresciuti tanto sotto ogni punto di vista e lo dimostrano di domenica in domenica».
PARTITE RIMASTE – «Conto alla rovescia tra virgolette. Noi dobbiamo giocare per vincere, col pedale sempre spinto. Non siamo squadra che può fare calcoli e nemmeno io voglio farli perché mi piace troppo vincere e voglio trasmettere questo ai calciatori. Stiamo iniziando a vedere la meta ma non è raggiunta, abbiamo vinto tre gare pesanti in otto giorni ma al tempo stesso sappiamo che non bastano perché mancano otto partite e dobbiamo continuare a vincere»
DUE PUNTE – «A volte è capitato di dover mettere il terzo attaccante, ma quando Sanchez è in panchina perché sa sparigliare le carte. Volevo continuare facendo entrare Lautaro perché sapevo che lui e Lukaku sono affiatati. Cambiare sistema in quel momento non serviva, avendo tanta qualità in mezzo al campo sapevo che i giri potevano cambiare. Se non avessimo segnato negli ultimi dieci minuti, avrei messo Pinamonti punta centrale con Lukaku e Lautaro ai suoi lati. Ma in quel momento preferivo continuare ad avere qualità perché in porta arrivavamo nonostante l’ottima fase difensiva del Cagliari e l’ottimo debutto di Vicario al quale faccio i complimenti, ha fatto una bellissima partita e la sicurezza mostrata fa ben sperare per il suo futuro. Se Sanchez fosse stato in panchina magari avrei forzato subito».
IL GOL – «Sono sempre in tensione partita, quello scatto era un premio per i ragazzi, così come il bacio ad Hakimi. Non mi considero un fratello maggiore ma spesso mi capita di baciare in fronte i ragazzi, loro sanno l’affetto che ho per loro e che sono pronto a buttarmi nel fuoco per loro. Hakimi se lo meritava, così come Darmian».
STABILITÁ – «Sicuramente è una squadra che sta dimostrando stabilità, come già l’anno scorso quando abbiamo fatto 81 punti e una finale di Europa League. Senza stabilità non si arriva secondi dietro la Juve, è inevitabile poi che ci sono margini di crescita. I ragazzi lo sanno ma la mentalità, la cattiveria, il sentire il sangue iniziamo a sentirlo anche noi. Questo è merito dei calciatori che credono fortemente in quello che viene detto loro quotidianamente sul campo e come concetti».
ERIKSEN E SENSI – «Christian non stava trovando la giusta posizione, quindi ho pensato di rimetterlo al suo posto con Sensi a invertire posizione. Lì abbiamo sfondato tante volte, Skriniar trovava le linee di gioco con Sensi e Lukaku».