Inter, Esposito: «Rigore a San Siro emozione unica. Agli attaccanti dico…»

by Redazione Cronache
esposito inter

L’attaccante dell’Inter, Sebastiano Esposito, ha risposto a diverse domande in diretta con il canale ufficiale nerazzurro. Sebastiano ha parlato delle due più grandi emozioni, il gol a San Siro e il rigore procurato con il Dortmund, ma anche di spogliatoio:

SUL RIGORE CON IL DORTMUND – «Un pizzico di furbizia, avevo la palla davanti e due difensori ai lati. Sono stato bravo. Un consiglio per agli attaccanti è guardare i piedi dell’avversario e captare quando può intervenire per prendere fallo o per muovere la palla prima».

SUL FUTURO – «Mi aspetto tante belle cose dal futuro, e spero arrivino. Posso dire che quando mi metto a dormire sogno sempre di vincere qualcosa con l’Inter e con la Nazionale. Questo il mio sogno».

IL RIGORE – «Il momento del rigore è stata una sensazione bellissima, perché anche i tifosi erano contenti. Ringrazio Romelu perché ha fatto avverare un mio sogno. Lukaku mi ha detto di andare sicuro sulla palla e fare gol. Non ero teso, perché non capivo benissimo cosa stava realmente accadendo, per questo non ero teso».

IDOLO – «Il mio idolo da piccolo è stato Totti. Ronaldo (fenomeno) era pazzesco, ma non ho potuto vederlo. Mi ispiro anche a Diego Milito, che nel triplete ci ha fatto impazzire».

ESSERE IN A – «Essere in Serie A è il sogno di qualsiasi ragazzo. Devo rispettare ed onorare la maglia e dare il 100%».

COSA GLI PIACE DELL’INTER – «La storia, è unica. Ma negli ultimi anni si sta creando una vera famiglia, c’è un gruppo, tutti si vogliono bene, anche in dirigenza».

SU LUKAKU -«Abbiamo un bellissimo rapporto, già dalle amichevoli, ma anche con tutta la squadra. Di lui ruberei i gol. In 6 anni in pochi hanno fatto i suoi gol. Lui mi prende in giro perché ne faccio pochi».

COSA HA DETTO A LUKAKU SUL RIGORE – «Sono andato da Romelu e gli ho chiesto di calciarlo, poi ha scelto lui. Per me è stata l’emozione più grande della mia vita. Ho sentito tutto il calore di San Siro».

PER DIVENTARE PROFESSIONISTA – «Ci vuole tanta fortuna, ma sopratutto dedizione. Bisogna sempre migliorarsi, è quello che mi dice Conte e lo staff».

SULLA FAMIGLIA – «Devo ringraziare la mia famiglia. Mi son sempre stati dietro in maniera positiva, non ho mai avuto pressioni particolare».

IL NUMERO – «Una scelta forzata. La società voleva che abbassassimo i numeri di maglia. Avevo il 70, ma l’unico numero pieno rimasto era il 30».

LA SUA TOP 11 – «Handanovic in porta, De Vrij, Samuel, Materazzi, Maicon, Zanetti, Stankovic, Brozovic, Milito, Ronaldo, Lukaku, Martinez».

TIPO DI ATTACCANTE – «Sono un attaccante moderno, perché mi piacciono entrambi le fasi. Rincorro anche gli avversari in copertura. Penso di assomigliare a Diego Milito».

SUI GOL ESULTA PER PRIMO – «Esulto con tutti. Con Lukaku sono il primo ad abbracciarlo quando segna, ma anche con D’Ambrosio ho un gran rapporto. Lo conosco da tanti anni perché lo allenava mio padre. Con loro sopratutto ho un rapporto strepitoso».