Romelu Lukaku, attaccante dell’Inter, ha parlato in una lunga diretta YouTube con l’ex attaccante dell’Arsenal Ian Wright. Tanti i temi toccati raccolti da Calciomercato.com.
LA QUARANTENA – «Sono quasi andato fuori di testa un giorno. Non posso andare fuori, non posso fare shopping. Sono rinchiuso. Adesso sono passati nove giorni da quando è iniziato l’isolamento. Vivono nel centro della città, non avevo spazio, quindi ho chiesto nella nostra chat di gruppo chi avesse una cyclette. Dopo due ore hanno portato una bicicletta a tutti. Mi manca la quotidianità: stare con mia mamma, con mio figlio o con mio fratello. Sto pensando a tutti. È un male, non puoi avere un contatto normale con gli esseri umani. Mi manca allenarmi e giocare davanti ai tifosi. Ora inizi ad apprezzare ciò che hai. Sono un ragazzo fortunato, questi momenti mi stanno facendo ripensare a ciò che ho vissuto da bambino».
LA JUVENTUS – «Eravamo molto vicini. Ma la mia mente era sempre rivolta all’Inter e al suo allenatore. L’Inter per me è stata sempre la squadra di riferimento in Italia, da piccolo guardavo le prodezze di Adriano, Ronalo, Christian Vieri col quale ho un ottimo rapporto. Il club e l’allenatore mi hanno voluto fortemente, Antonio Conte mi voleva anche al Chelsea. Quindi per me era giunto il momento di andare lì e vedere, in quel momento ho solo pensato ad allenarmi e a tornare in forma, senza parlare troppo. Qui all’Inter si lavora duro. E c’è anche una differenza rispetto all’Inghilterra per quel che riguarda lo spirito di gruppo: qui In Italia ogni 2-3 settimane facciamo delle cene di gruppo, alle quali partecipano tutti. Uno o due giocatori offrono a turno e portano a cena tutti quanti».
LO SCUDETTO – «Finché la matematica non dice che è finita e abbiamo ancora un briciolo di speranza dobbiamo crederci. Lazio e Juventus possono comunque perdere una partita, ma noi dobbiamo guardare a noi stessi».
CONTE – «Dopo ogni partita, abbiamo sessioni video dove esaminiamo ogni giorno il primo tempo di una partita, poi il secondo. E non ti addormenti mai, perché Conte usa degli schemi e quindi rivedi gli schemi tutte le volte, e lui ti fa notare sempre se eri nella posizione sbagliata o hai sbagliato un passaggio, davanti a tutti. Con me lo ha fatto dopo il match contro lo Slavia Praga, per cinque minuti ha parlato di quando un difensore ha vinto un duello contro di me e ha festeggiato, martellandomi davanti a tutti. È stata la prima volta che mi è successo in dieci anni di carriera, in quel momento o reagisci e inizi a giocare bene oppure ti butti giù, io però non potevo essere così infantile e ho continuato a lavorare. Qualche giorno dopo giocammo contro il Milan e lì feci una delle migliori partite della stagione. Ho fatto quello step mentale dopo quelle critiche davanti a tutti».