La scorsa settimana non li conosceva nessuno, o quasi, fuori dalla Spagna. Adesso stanno diventando un caso di studio. È la storia dell’Intercity di Alicante, nome che a noi ricorda un treno, ma che in realtà rappresenta un club della terza divisione spagnola che ha rischiato di eliminare il Barcellona dalla Copa del Rey. È finita 4-3 ai supplementari: a decidere la sfida la rete di Ansu Fati, ma a passare alla storia sarà soprattutto la tripletta di Oriol Soldevila. Il ragazzo, classe 2001, gioca sulla trequarti e fino alluder 18 è stato uno dei talentini della Masia. Ma dicevamo del CF Intercity… ecco, com’è nata questa squadra?
La storia del CF Intercity
Come fa un piccolo club di calcio a guadagnare se resta lontano dal professionismo e dai diritti televisivi? Non è semplice rispondere a questa domanda, così gli imprenditori Salvador Martí e Javier Mira hanno provato a replicare un modello che aveva già funzionato con le start up. Già, perché loro di questo si erano occupati nella vita prima di acquistare una squadra in Primera Regional, nei bassifondi del calcio dilettantistico spagnolo. La loro ultima start up di successo era stata Facephi, che si occupa di riconoscimento facciale.
Sul piano sportivo le cose, finora, hanno funzionato bene, tant’è che hanno raggiunto la Primera RFEF, la terza divisione, con quattro promozioni consecutive. I proprietari si sono affidati all’ex capitano dell’Atlético Madrid, Juanfran Torres, che ricopre il ruolo di vicepresidente, rafforzando poi la direzione sportiva con Jorge Lopez, che era nel Valencia 2003-04 che ha vinto Liga e Coppa Uefa.
Il primo club spagnolo quotato in borsa
Ma la particolarità dell’Intercity è un’altra: convive con le montagne russe dei mercati finanziari perché è il primo club spagnolo ad essere quotato in borsa. E la notorietà che gli ha dato la gara di coppa contro il Barça ha permesso di far salire il proprio valore del 46%. I tre azionisti iniziali, come riporta El Mundo, sarebbero diventati quasi 3000, ma al momento investire nel piccolo club non permette di guadagnare. Chissà cosa succederà, però, se riuscissero a centrare un altro salto di categoria; anche se in realtà quest’anno stanno lottando in zona retrocessione. A supportarli, inoltre, ci sarebbe Abo, un fondo di Dubai.