Simone Inzaghi, allenatore della Lazio, ha parlato ai microfoni di DAZN dopo il pareggio contro la Juventus.
GOL ALL’ULTIMO ED ESULTANZA – «È un gesto istintivo. Abbiamo fatto un ciclo di partite incredibili, con tutto quello che abbiamo vissuto. Questi ragazzi anche oggi si sono superati, e per questo l’esultanza è stata più spinta del solito».
GARA – «Penso che abbiamo fatto una grande partita. Abbiamo preso gol su un’uscita sbagliata, poi abbiamo avuto diverse occasioni. Penso che sul pareggio ci sia poco da dire. Sappiamo cosa rappresenta la Juve, sapevamo che avevano grande qualità, ma abbiamo fatto una grande gara».
ROSA – «È la soddisfazione di un allenatore. Anche mercoledì chi è entrato mi ha dato una grande mano, oggi sono stati bravi tutti i subentrati. Oggi ci mancavano quattro titolari, ovvero Immobile, Strakosha, Leiva e Lulic. Ora ci sono quindici giorni per lavorare al meglio, sapendo che fin qui i ragazzi sono stati bravissimi, pur tra molte difficoltà, in campionato e in Champions».
CAICEDO E MURIQI – «Sì, posso avere questa possibilità. Ma Correa ha fatto una grande partita, poteva essere più lucido in qualche conclusione, ma è un giocatore di grande intelligenza e si è sempre fatto trovare nel posto giusto. Non mi sembrava il caso di toglierlo».
CAICEDO – «È un grande giocatore e una grandissima persona, che dopo cinque mesi che era qua si è fatto voler subito bene. Sbagliò un gol importante a Crotone, ma fece bene già alla prima stagione. Chiesi alla società di tenerlo e fui accontentato, era il giocatore giusto per completare reparto: davanti ha la Scarpa d’Oro, che è Immobile, e conosce il suo ruolo. Si merita tutto questo. Immobile? So quanto ci tenga, mi metto nei suoi panni, in quelli di Leiva, Strakosha e Lulic che hanno lavorato quattro anni per arrivare in Champions e adesso non possono esserci. Dico loro di stare tranquilli perché arriverà il loro turno».
CASO TAMPONI – «Sono tranquillissimo, più di essere un allenatore che è stato obbligato a giocare con dodici o tredici giocatori non potevo fare altro».