Da lunedì, Jean-Michel Aulas non è più il presidente del Lione. Lascia la mano a John Textor, imprenditore statunitense che ha rilevato il club francese lo scorso inverno. Si è quindi chiusa un’era durata 36 anni. Un percorso incredibile, fatto di successi, risalite e rivoluzioni.
La storia di Jean-Michel Aulas
Jean-Michel Aulas è nato nel 1949. Figlio di insegnanti, sin da ragazzo si avvicina ai movimenti di lotta studentesca, influenzato anche dal pensiero del padre, filo-marxista. Nel 1968 ha 19 anni: diventa rappresentante del sindacato degli studenti francesi e partecipa alle lotte studentesche di quegli anni.
Nello stesso tempo, prende vita il suo sogno imprenditoriale. A 19 anni, infatti, Aulas crea la sua prima impresa, che nel giro di due anni rivenderà a una cifra settanta volte superiore a quella d’acquisto. È l’inizio della sua scalata. Nel 1983 Aulas fonda la CEGID, un’azienda che diventerà leader in Francia per la creazione di software gestionali e di contabilità. Nel 1987, spinto da un amico, Bernard Tapie, diventa il nuovo presidente dell’Olympique Lione. Il club in quel momento naviga in seconda divisione ed è sommerso di debiti. Aulas evita il naufragio, ripiana le perdite e nel giro di due anni riporta il Lione in prima divisione. L’allenatore di quella squadra era un certo Raymond Domenech.
Le ‘visioni’ per far grande il suo Lione
In città si fa festa, ma Aulas resta calmo. Ha tutto in testa: vuole prima prendersi la vetta di Francia e poi competere in Europa. Detto, fatto. Nel 2001 il Lione vince la Coppa di Lega, primo titolo dopo 28 anni. Ma non è nulla. Dal 2002 al 2008, l’OL vince sette campionati consecutivi, una prima assoluta per i top 5 campionati europei. Aulas è sempre arrivato dove è voluto arrivare. Così come accaduto in Francia, il Lione è diventato con gli anni una squadra top anche in Europa. Nel 2008 è all’8° posto nel ranking UEFA. Nel 2010 sogna di alzare la Champions ma si ferma in semifinale contro il Bayern Monaco, così come nel 2020. Finale sfiorata ma grande soddisfazione per il percorso compiuto.
Il bello è che tutti questi risultati sono frutto di una visione da stratega: investire nel settore giovanile, coltivare i talenti della zona, farli crescere, farne lievitare il prezzo, ricavarne cifre spropositate sul mercato, e migliorare la squadra. Vi dice nulla Benzema? È il fiore all’occhiello dell’accademia OL di cui Aulas è stato l’ideatore (come ci racconta il primo allenatore di Karim). Significa essere avanti anni luce: nel 2004 crea la squadra femminile, che dal 2010 a oggi, per tredici stagioni, ha occupato il primo posto del ranking UEFA (frutto di quindici campionati, otto Champions League e un Mondiale per club in bacheca). E inoltre, nel 2016 ha inaugurato il ‘Parc OL’, il primo stadio di proprietà del calcio francese. C’è sempre la sua firma.
Jean-Michel Aulas è stato anche un personaggio divisivo e unico. A volte provocatore, non si è mai trattenuto dal punzecchiare pubblicamente i rivali. Ed è per questo – oltre che per i suoi successi – che i tifosi delle altre squadre lo hanno detestato. La verità, però, è che un presidente ‘sessantottino’ e visionario come lui non lo si poteva che invidiare.