Juve, Lichtsteiner: «A Torino ti mettono pressione. E quella frase di Conte…»

by Redazione Cronache

Con una vita in bianconero prima di lasciare l’Italia (nel 2018) e il calcio (nel 2020), Stephan Lichtsteiner si è guadagnato il rispetto del giocatore vincente. Lo svizzero è lo straniero con più scudetti della storia, oltre la disputa di tre mondiali e due europei. Ai taccuini del quotidiano La Gazzetta dello Sport ha raccontato dei  suoi 4 anni in squadra con Andrea Pirlo.

SERIE A – «In Italia ho imparato a difendere, soprattutto: diagonali, movimenti, letture. E a gestire le pressioni: non ci sono paragoni con Premier e Bundesliga. Il Lichtsteiner migliore è stato quello delle prime cinque stagioni juventine, in particolare il terzo e quarto anno».

SCUDETTI – «Sette anni lì ne valgono venti in un altro club. C’è una pressione altissima ed è la stessa società a crearla facendoti capire quanto sia importante vincere. Devi essere molto forte mentalmente per resistere, ma se ce la fai migliori in modo esponenziale. E la Juve ti entra dentro giorno dopo giorno: non ti parlano spesso, ma ti trasmettono la juventinità con l’esempio».

JUVENTUS – «Giocare nella Juve è meraviglioso, ma impegnativo. Servono professionalità, sacrificio. Ci sono giocatori fatti per la Juve e altri giocatori, pur bravi, che non sono fatti per la Juve».

CONTE – «Antonio è un fenomeno: in una stagione fa il lavoro che un altro tecnico svolge in tre. Mi ha trasformato da ottimo terzino in campione. Ogni anno a febbraio non ne avevo più perché correvo tantissimo, ma poi lui trovava il modo per farmi tirare fuori qualcosa che non sapevo di avere dentro. Conte mi diceva sempre: “Se vuoi vincere devi essere un figlio di putt…”».