LE DIFFERENZE TRA SARRI E ALLEGRI – «Sono evidenti. Allegri è bravissimo a gestire lo spogliatoio, i momenti più difficili di una stagione, a far capire alla squadra come gestire il tempo di un match. Lui, nei suoi cinque anni, in questo è stato un maestro. Sarriè un meticoloso, appassionato di tattica, a cui piace far giocare bene la squadra. Ha imparato anche lui, in questi mesi di Juve, cosa significa stare nel mondo bianconero, in cui, per l’esposizione, non viene mai perdonato nulla. Da quando è con noi ho visto una crescita importante. Ha un gran bagaglio di conoscenze calcistiche ma ha saputo mettersi in discussione, ha avuto l’umiltà di capire le dinamiche di questo collettivo. Sono stato piacevolmente sorpreso, davvero. Abbiamo contatti quotidiani, momenti di confronto. È uno che vuole migliorare. Come voglio migliorare io, capendo il suo calcio. Che è originale, diverso da quelli che ho conosciuto prima».
SUL MILAN – «Fu un anno difficile per me, sia a livello personale che lavorativo. C’erano stati screzi alla Juve e io, alla fine, specie dopo la sconfitta in Champions contro il Real Madrid, ho preso una decisione poco lucida. Però devo dire che quella scelta, che certo mi ha condizionato la carriera, mi ha migliorato come uomo. Quei mesi al Milan mi hanno consentito di guardarmi dentro e capire che il mio posto era nella Juventus, in questa che sento come la mia famiglia. Ho conosciuto al Milan persone belle, prima tra queste Rino Gattuso. È stato un anno difficile. Ma non inutile. Al termine del quale sono stato molto contento di tornare a casa».