Il portiere della Juventus, Gianluigi Buffon, in una diretta con il canale bianconero, ha parlato della situazione del calcio italiano e del suo ritorno in bianconero.
«Nei momenti di difficoltà io prospero (ride, ndr). In certi aspetti è una cosa positiva. Diciamo che in questi momenti non sto male, mi abituo facilmente. Dopo i primi due tre giorni ho trovato i miei spazi e riesco a passare più tempo con la mia famiglia».
AI FORNELLI – «Mi so dilettare sì. Quando c’è l’esigenza spadello anche io. Sono un fenomeno sulle penne al sugo e tonno».
SUL RITORNO ALLA JUVENTUS – «Il ritorno è stato naturale. Ho fatto un anno bellissimo a Parigi, e mi ci voleva. I contatti con la Juve ci sono sempre stati, e quindi io ho fatto una stagione all’estero, ma non ho mai tagliato questo cordone ombelicale».
UN ANEDDOTO DA BAMBINO – «Da bambino andavo ad Udine dai miei cugini che tifavano Juve, per cui io 4/5 anni sono stato juventino, ma ero innamorato di Trapattoni, era il mio idolo. Quando Trapattoni andrò all’Inter, per un attimo ho anche simpatizzato Inter. Poi a 12 anni il Genoa mi ha rapito. Però questo fa capire quanto siano importanti le figure, che da bambino colpiscono».
SULLA CARRIERA – «Non ho mai dubitato sullo sport. Il mio amore nei confronti del calcio superava ogni attività sportive. L’altro giorno ho fatto una riflessione. Mi sono detto “ma perché non sto smettendo?”, oltre al fisico, voglio anche realizzare i sogni che avevo da bambino, non è giusto che io smetta. Devo avere rispetto del Gigi bambino, e voglio portare avanti i miei sogni».
SULL’ADRENALINA – «Colgo l’occasione per entrare in un altro tema. L’adrenalina è quella forza, anche di insensatezza, in cui fai cose che non dovresti fare. Per esempio in Juventus-Inter, quando segna Dybala vai là e ti abbracci con il gruppo, ma non dovresti. L’adrenalina è bella, ma ti fa fare cose che non faresti.
SUI PASSATEMPO – «Il mio libro preferito ad ora è Le Ali della Libertà. Come serie tv seguo Peppa Pig con mio figlio, ma poco altro».