Giorgio Chiellini, difensore« della Juventus, ha rilasciato una lunga intervista ai microfoni di Sky Sport. Chiellini è stato protagonista di alcune parole al veleno su dei compagni, Melo e Balotelli, nella giornata di ieri.
SUL FUTURO – «Mi piacerebbe intraprendere un percorso dirigenziale, devo capire quali saranno le mie qualità migliori e i difetti, mi vedo su quel ramo più che da allenatore. Il calcio è una passione, in parte è proprio la mia vita, è difficile staccarsi. Ora voglio provare a godermi gli ultimi anni, non so se sarà uno o due».
SULLA TECNICA – «Per fortuna sono migliorato palla al piede (ride, ndr). Capello la prima volta mi ha visto in Primavera, poi mi ha visto anche dopo ed ero un giocatore dalla grande esuberanza fisica, che giocava in fascia e spreca tanto in corse inutili. Tutto questo mi toglieva energie e lucidità. Col passare degli anni ho imparato a gestire meglio le energie, a essere più lucido. Sono migliorato di testa, come idee. Non sarò mai Bonucci, ma la tecnica la migliori anche in età avanzata. Ora vedo meglio le giocate».
SUL TAGLIO STIPENDI – Ci siamo messi d’accordo da persone intelligenti. Mi sono stati dati anche più meriti di quelli che ho, da capitano ho fatto solo da tramite. Volevamo dare un esempio, tracciare la linea e siamo orgogliosi di averlo fatto».
SULL’INFORTUNIO – «Un colpo per me, per Sarri, per tutta la Juve. Non ho mai avuto infortuni così brutti e lunghi in carriera. È stato inaspettato, ma sono contento di averlo avuto a 35 e non a 25 anni, mi ha permesso di staccare e lavorare su tante cose. Se riuscissimo a riprendere, sarei a 9 mesi dall’infortunio e potrei aiutare sicuramente la mia squadra. Anche il fatto che abbiano spostato l’Europeo per il mio fisico è positivo».
SU ACERBI – «Lui è un leone, come dice il suo soprannome. È una persona che si è saputa tirare su da un momento difficile, ci siamo sentiti negli ultimi anni, ha fatto un miglioramento incredibile. Lo dico sempre, a lui e a Bonucci, di giocare un po’ meno. Ma sono due testoni e le vogliono giocare tutte, a trentatré anni dovrebbero mettersi ogni tanto a rifiatare, lasciando spazio a quelli che stanno dietro. C’è veramente grande stima reciproca, a prescindere dai colori. E’ arrivato dov’è con tanti sacrifici».
SU MANCINI – «Mi ha sorpreso la rapidità con cui ha capito i problemi e ci ha dato la spinta per ripartire. Non pensavo fosse così, non è di grandi parole, ma non tutti lo sono, eppure è efficace».
SU SARRI – «Non è stato facile stravolgere la squadra. Anche per colpa del mio infortunio e dei problemi al ginocchio di Cristiano. Abbiamo avuto alti e bassi, per fortuna per l’ultima partita. Lasciare con una vittoria contro l’Inter anziché con la sconfitta contro il Lione è diverso. Le due sfide con i nerazzurri il nostro momento più alto».