Chiamateli Fabianski e Kallon e si volteranno col sorriso, anche se all’anagrafe hanno altri nomi. Pazienza, oggi i protagonisti sono loro, Alhaji e Mohamed Kamara, la punta veloce e il portiere ‘gatto‘ stelline della Sierra Leone scoperte all’improvviso dragando il fiume del talento. Le pepite d’oro saltano fuori quando meno te l’aspetti.
Chi piange e chi sorride
I due si dividono anche gli stati d’animo davanti alle telecamere, perché Mohamed piange, si commuove, ripensa ai sacrifici fatti. Quando gli hanno consegnato il premio di Mvp dopo le sette parate contro l’Algeria, al debutto in Coppa, non è riuscito a trattenersi; l’altro, Alhaji, arriva tronfio e spavaldo dopo il gol segnato all’ultimo, 2-2 contro la Costa d’Avorio di Kessie, a cui l’altro Kamara ha parato un rigore. Lui gioca nei Randers e ha rischiato anche di smettere.
Oggi se li gode John Keister, c.t. dal 2020, fuggito in Inghilterra negli anni ’90 per fare il calciatore. In Sierra Leone c’era la guerra, la famiglia gli implorò di mollare tutto e partire con loro, così usò il talento per il calcio per costruirsi una carriera: Walsall, Chester, Margate, Dover. Da un paio d’anni allena la Sierra Leone, già guidata dal 2017 al 2019, e oggi ha due punti nel girone. Dopo 25 anni di assenza dalla competizione. L’ultimo «sierraleonese» a segnare in Coppa d’Africa era stato Kallon a Bloemfontein, Sud Africa, in un 2-1 contro il Burkina Faso. Ora c’è un’altra generazione.
‘Fabianski’ strega
Mohamed Kamara si fa chiamare Fabianski in onore del suo idolo. Lo stima fin dai tempi dell’Arsenal e non gli importa se ha sempre fatto la riserva, ma non è l’unico motivo. Nel suo club, l’East End Lions, 12 campionati vinti in Sierra Leone, ci sono altri due Mohamed Kamara. Uno si fa chiamare Mahrez e l’altro Fabregas. Mentre la nazionale vanta ben sei Kamara, e non c’è nessun legame di parentela. Pare che Keister abbia un nomignolo per ognuno di loro, in modo da facilitare la distribuzione dei fratini durante le partitelle e la lettura delle formazioni. Oltre a Mohamed e Alhaji abbiamo anche John, Saidu e Musa, in gol contro la Costa d’Avorio. Il portierino ha 22 anni e ogna l’Europa. Lo stile è da migliorare, l’efficacia c’è. Se andate su Wikipedia troverete un punto interrogativo alla voce «presenze». Su Transfermarkt non c’è traccia di partite ufficiali. Questa Coppa, però, lo erge a difensore di un Paese che sogna la qualificazione. Contro la Guinea Equatoriale servono tre punti, è tosta, ma dopo aver fermato due corazzate nessuno ha paura.
Come… Kallon
Passiamo all’altro. Alhaji Kamara è un calciatore professionista, ha 27 anni e gioca nei Randers, in Danimarca. Punta veloce dai bei guizzi, una vita da pro’ in giro per il mondo, prima di prendere parte alla manifestazione ha segnato 8 reti in 24 partite. Sa il fatto suo. Non è un fenomeno, è vero, ma trasmette esperienza. Alla Sierra Leone ne serve parecchia: cinque ragazzi sono svincolati, altri nove giocano in patria, gli altri si dividono tra Turchia, Italia (Kargbo del Crotone), Cina, Inghilterra, Olanda, Germania e Paesi nordici. Alhaji ha giocato in tre continenti: Europa, America e Asia, prima in Malesia e poi in Arabia Saudita. Se non fosse stato per la testa dura oggi non giocherebbe neanche a calcio. Ai tempi del DC United gli avevano diagnosticato una malformazione cardiaca. «Non possiamo darti l’idoneità, non puoi giocare».
Le certezze si sgretolano, il mondo del pallone viene meno, lui non molla. Gira gli Stati Uniti come una trottola, consulta vari specialisti e infine ottiene il permesso di giocare, a patto di farsi controllare ogni anno con visite accurate. Dopo un paio di gol in Mls e una tappa in Moldavia, ha trovato la sua dimensione in Danimarca, dove segna con continuità anche in Conference League (2 gol). Un solo idolo, Mohamed Kallon, ex punta di Reggina e Inter. Del resto ha iniziato a giocare nella sua società, il Kallon FC, prima di partire alla scoperta del mondo. Mai dimenticare da dove vieni.