Talmente promettente da anticiparne l’arrivo a Manchester, alzando l’offerta con una percentuale sulla futura rivendita. Era settembre, esattamente di 2 anni fa. Al centro sportivo del City entrava per la prima volta Kayky da Silva Chagas, per i compagni Kayky. Da qualche giorno, invece, è uscito da una clinica londinese, dove si è operato al ginocchio.
Pep Guardiola lo aveva subito inquadrato: «È intelligente e talentuoso, altrimenti non l’avremmo preso». Ma ne aveva intuito due fragilità: la prima di carattere fisico, la seconda di impatto emotivo. E non si era nascosto ai microfoni di TNT: «Ha dei problemi al ginocchio, dategli tempo». Gli aveva affiancato il connazionale Fernandinho per agevolarne l’ambientamento: «Ferna è uno dei capitani ed è un gioiello per come si sta comportando». Non era neanche partito male. A parte i 54 minuti complessivi con i grandi (44 in EFL Cup con il Rotherdam, 6 contro il Norwich in Premier, altri 4 in FA CUP con lo Swindon Town) e due panchine in Champions League, con la Squadra Riserve aveva segnato 6 gol e servito 4 assist nel campionato riserve. A 19 anni non aveva ancora lasciato il segno per restare agli ordini di Pep.
Kayky lascia il City all’inizio della scorsa stagione e passa in prestito al Paços de Ferreira, con tanto di annuncio in grande stile dei portoghesi giocando con la notizia di Fabrizio Romano. In poche settimane, però, la gioia diventa dubbio e la società comunica al Manchester che il calciatore non ha convinto: 9 partite, 3 soltanto da titolare, 0 reti. Nello stesso giorno in cui il Paços interrompe il prestito, arriva l’accordo – sempre a titolo temporaneo – con il Bahia, nella galassia del City Group. Torna a casa. Le stimmate del talento, paragonato in patria sempre all’annoso nome di Neymar, faticano a rivelarsi. Recupera fiducia e campo, totalizzando 28 partite condite da 3 gol e 4 assist. È un inizio, così può tornare in Inghilterra e magari provare a risalire dalla Championship.
Ma a metà luglio, quel presentimento di Guardiola sulle ginocchia diventa cruda realtà. Il crociato anteriore si rompe. Torna in Inghilterra, si opera e adesso recupererà nei prossimi mesi. Ha ancora 20 anni e il suo astro nascente si è preso una pausa. Quando segna, esulta mimando i baffi in onore del padre Demir. In estate era stato accostato al Palermo, entrato nel City Group. Magari diventerà grande proprio in Sicilia, un giorno. Ci può stare, alla sua età, di non essere in anticipo.