È il 23 gennaio scorso. Un club di seconda serie portoghese, l’Oliveirense, annuncia un rinforzo. È il giapponese Kazuyoshi Miura e ha 55 anni: «Voglio dimostrare a tutti perché sono così famoso». Il presidente del club è il giapponese Yuji Onoderalo e Miura ha già giocato in Europa nel 1994 al Genoa: «E questo chi Kazu è?», celebre battuta del tecnico Scoglio. Ora Miura è alla 38° stagione professionistica, è ovviamente il calciatore più anziano in attività ed è idolo in Giappone dove 14 suoi gol portarono i Samurai al Mondiale 1998 (cui però non partecipò). Una storia, la sua, fatta di abiti Armani, Porsche e Bmw, ohagi (suo piatto preferito, un dolce autunnale a base di riso) e due bottiglie di tequila scolate in una notte, «benzina per correre». Storia di anime (Dokaben) e disegni di Yōichi Takahashi, Captain Tsubasa. Ma anche mafia: legami soggiaciuti di Miura con la yakuza, un cane chiamato Vito Corleone e Il Padrino, suo film preferito. Quando entrava al ristorante, partiva la colonna sonora…
A Lenda chegou a Oliveira de Azeméis! 🇯🇵
レジェンドがオリヴェイラ・デ・アゼメイスにやって来た!🇯🇵#𝗨𝗗𝗢 #𝗦𝗼𝗺𝗼𝘀𝗨𝗻𝗶ã𝗼 #𝗢𝗥𝗲𝗴𝗿𝗲𝘀𝘀𝗼𝗗𝗮𝗨𝗻𝗶ã𝗼 pic.twitter.com/xVO7hhIB4s
— UD Oliveirense Futebol SAD (@oliveirense_sad) February 1, 2023
Kazuyoshi Miura e il Brasile
Kazuyoshi Miura, detto Kazu, nasce il 26 febbraio 1967 ad Aoi-ku, un quartiere di Shizuoka, città dell’omonima prefettura. Suo zio Tetsuji faceva il calciatore, come suo zio Yoshiro che è il primo allenatore di Kazu, al Jonai FC. Miura va a scuola ma non completa gli studi, i genitori divorziano e lui parte per il Brasile a 15 anni, da solo. Va al Club Atlético Juventus, a San Paolo. Non è alto e fatica, ma un giorno passeggia per un parco a Rio, vede dei ragazzi poveri e amputati che giocano a calcio, quindi cambia idea. Diventa il primo giapponese di sempre nel campionato statale di Rio de Janeiro e nel 1986 firma il suo primo contratto col Santos, ex club di Pelé, dove tra i compagni di squadra c’è Dunga. Quindi Miura gira il Brasile: va al Palmeiras, poi Marsubara, quindi Clube des Regatas, XV de Jaú, Coritiba e ancora Santos. A luglio 1990, poi, Kazuyoshi lascia il Brasile a 23 anni, dopo che la città di Jaú l’ha nominato cittadino onorario e dopo che una squadra italiana – il Como – lo stava per prendere a 400mila dollari. Non si fa nulla, ma l’Italia è solo rimandata.
Kazuyoshi Miura – Genoa – 1994–95 pic.twitter.com/9ORXz0zvmV
— Italian Football TV (@IFTVofficial) November 24, 2022
«Spuntavano giapponesi ovunque»
Se il campionato giapponese viene fondato nel 1992, nell’estate 1990 il Tokyo Verdy è diventato da poco un club professionistico. Per questo acquista Miura, che dal canto suo torna in Giappone per non perdere la Nazionale. Abituato al Brasile, Kazu fatica ma vince 4 campionati e 3 Coppe di fila ed è l’MVP della J-League. In estate 1994 Kazuyoshi Miura ha 27 anni, si trasferisce al Genoa in prestito ed è il primo giapponese a giocare in Italia. Pare fosse Kenwood, sponsor del Grifone, a pagare lo stipendio di 2 miliardi di lire a Miura. Mentre le tv giapponesi comprano i diritti pur di trasmettere il loro idolo, lui non piace al tecnico, Scoglio, che accusa il presidente Aldo Spinelli di un’operazione di marketing: «Spuntavano giapponesi ovunque». Infatti, Miura a Genova fallisce: 21 partite e un solo gol, nel derby della Lanterna, il 4 dicembre 1994. Peccato che il Genoa perde il derby 3-2, cambia tre allenatori (Scoglio, Marchioro, Maselli) e retrocede a fine anno. Miura ha offerte da Torino e Sporting ma torna in Giappone al ‘suo’ Tokyo Verdy, accolto a furor di popolo.
10) Un altro grande classico: “Fenomeni Parastatali”, la rubrica sui grandi bidoni stranieri (e non solo: c’era anche una puntata dedicata a Marino Magrin alla Juve). Qui l’esauriente consuntivo dell’unica stagione al Genoa di Kazuyoshi Miura. pic.twitter.com/VU65dMZYJi
— Giuseppe Pastore (@gippu1) November 18, 2020
Giappone, Europa, Australia e record
Anche a causa di infortuni, Kazuyoshi Miura non riesce a esprimersi. Il club gli offre un rinnovo di contratto a 0 yen, lui capisce che è l’ora di andarsene. È il 1999, ancora in Europa, stavolta alla Dinamo Zagabria. Vince il campionato, torna in Giappone. Prima Kyoto, poi 4 anni al Vissel Kobe dove diventa riserva, poi Yokohama FC nel luglio 2005, a 35 anni. Ma nel 2005 è appena nata la A-League australiana e Miura firma col Sidney FC. Segna 2 gol in 4 partite e torna in patria dove fa il giocatore-allenatore. Compie 40 anni, il suo club retrocede, lui continua, rifiuta un’offerta dal Brasile (a 43 anni), s’infortuna e torna in campo in seconda serie giapponese. Nel 2017, supera Stanley Matthews e Kazuyoshi Miura diventa il più anziano ad aver mai giocato una partita di calcio professionistica. Rinnova a gennaio 2018, gennaio 2019, gennaio 2020 e gennaio 2021, sempre alle 11:11. Numerologia: Miura ha i capelli lunghi e la maglia numero 11, da vera ala sinistra. Così Re Kazu scende ancora di categoria – in quarta serie giapponese, a Suzuka – e ora rieccolo in Europa, in Portogallo. Quasi vent’anni dopo, alla sua stagione numero 38° tra i professionisti.