L’11 nel destino e il Milan nel cuore. Chi è Alberico Evani: l’allenatore per una notte

by Redazione Cronache
evani

L’11 è sempre stato nel suo destino. Evani esordirà come CT questa sera, l’11/11, al posto di Roberto Mancini. Il tecnico jesino è risultato positivo al coronavirus così, come faceva in campo, Evani subentrerà in silenzio, con quella maglia numero 11, pronto a fare di tutto per la squadra.

Evani è stato infatti un ottimo giocatore, impiegato soprattutto con la maglia del Milan tra il 1980 e il 1993, quando a 30 anni si trasferì alla Sampdoria, dove conobbe appunto Mancini.

Esterno di centrocampo, Evani è sempre stato un giocatore utile, silenzioso e capace di adattarsi a ruoli diversi. Legò particolarmente con Arrigo Sacchi, assieme al quale sfiorò la vittoria del Mondiale del 1994.

Al Milan

Al Milan arriva all’età di 14 anni, dopo un provino singolare: «Quando io e Battistini siamo atterrati a Linate non c’era nessuno ad attenderci. Pensavamo di aver sbagliato giorno, in realtà Italo Galbiati era in piscina; e per fortuna ha deciso di mettersi un paio di scarpe e di incontrarci, altrimenti quella maglia non l’avremmo mai indossata».

In rossonero vince tutto, e le emozioni non si contano. Indelebile quella del gol nella finale di Coppa Intercontinentale nel 1989 a Tokyo. Il suo grande momento di gloria da calciatore è stato senza dubbio il calcio di punizione con cui, nel 1989, batté René Higuita e portò il Milan a vincere la Coppa Intercontinentale.

Aneddoto che assume un tono divertente quando si racconta che, durante il viaggio in aereo verso Tokyo, Evani si fece sedare con un sonnifero per paura del volo.

Ben impressa rimane anche l’assenza per infortunio – raccontata nel suo libro – nella storica semifinale tra Milan e Real Madrid finita 5-0 per gli undici di Sacchi. «Un ricordo dolceamaro, perché il giorno prima della partita un giovanissimo Demetrio Albertini mi ruppe la caviglia durante una partitella».

In panchina

Dopo il ritiro da giocatore, nel 1998, Evani assume un ruolo dirigenziale in rossonero. Con la squadra di Berlusconi entra come allenatore delle giovanili; nel 2005 passa agli Allievi Nazionali con cui due anni dopo vince il titolo nazionale. Dopo quell’esperienza gli viene affidata la Primavera, che allena nel 2008-09. Tra i tanti di quella squadra, Evani aveva in rosa Antonio Donnarumma, Mattia De Sciglio e Alberto Paloschi, oggi professionisti.

L’esperienza in Primavera lo spinge a cercare un incarico da allenatore che trova a San Marino ma che dura poco più di un anno. Nel 2011 trova un nuovo lavoro in seno alla FIGC, diventando uno degli uomini di fiducia della Federazione: fu assunto subito come vice di Daniele Zoratto nell’Under-19 e, contemporaneamente, messo a capo dell’Under-18, ma già dopo un anno venne chiamato a sostituire lo stesso Zoratto. Dopo tre anni alla guida dell’Under-19, Evani fu promosso ad allenatore dell’Under-20, con cui partecipò ai Mondiali di categoria del 2017, che restano ad oggi il suo più importante successo in panchina. In rosa c’erano Plizzari, Dimarco, Barella, Romagna, Pessina, Favilli, Orsolini e Mandragora. I ragazzi di Evani disputarono un ottimo torneo, ottenendo importanti vittorie su Francia e Uruguay, e chiudendo così al terzo posto, il miglior piazzamento della storia italiana.

In Nazionale

Il successo con l’Under-20 ha portato Evani a una nuova promozione. L’ex Milan assume l’incarico di collaboratore di Gian Piero Ventura nella Nazionale maggiore, ruolo mantenuto fino a oggi, anche dopo l’arrivo di Mancini.

Non è però la prima volta che Alberico Evani deve sostituire l’allenatore in capo di una selezione italiana. Nel marzo 2018, in seguito al momentaneo passaggio di Luigi Di Biagio alla Nazionale maggiore, subito dopo l’esonero di Ventura, Evani assunse l’incarico ad interim nell’Under-21 per le partite contro Norvegia e Serbia, concluse rispettivamente 1-1 e 1-0.

Con le partite in Nazionale maggiore, Evani avrà rivestito l’incarico di allenatore capo per almeno una partita nei primi cinque livelli delle selezioni italiane.