Il palmarès della nazionale italiana non è certo cosa da poco: quattro mondiali, due coppe internazionali e un torneo olimpico. Nella bacheca degli azzurri, però, compare solamente un campionato europeo: Euro ‘68. Si trattava della terza edizione del torneo, disputatasi tra il 5 e il 10 giugno del 1968. Complice la giovinezza della competizione, era la prima volta che si disputava un europeo in Italia. Sotto il cielo azzurro della penisola la nazionale stava per regalarci un trofeo, aggiornando una bacheca rimasta uguale per 30 anni esatti.
La nazionale italiana
La rosa della nazionale italiana del 1968 era piena di giovani campioni. La porta se la contendevano Enrico Albertosi, estremo difensore della Fiorentina, e la leggenda Dino Zoff, che al tempo militava al Napoli. Le chiavi della difesa erano in mano il capitano degli azzurri: Giacinto Facchetti. A centrocampo, tra Juliano e Guarneri, militava il giovane Gianni Rivera, già capitano del Milan a soli 25 anni. A guidare il reparto offensivo erano Sandro Mazzola, Pierino Prati e Gigi Riva. L’allenatore designato per quell’europeo fu Ferruccio Valcareggi.
I gironi
Euro ‘68 passo alla storia come il primo europeo che prevedeva i gironi eliminatori. Le precedenti edizioni, 1960 e il 1964, erano infatti strutturate completamente su match a eliminazione diretta. Vennero stabiliti otto gironi, e i rispettivi vincitori si sarebbero qualificati direttamente ai quarti di finale. Le otto squadre che si qualificarono furono rispettivamente Spagna, Bulgaria, Unione Sovietica, Jugoslavia, Ungheria, Italia, Francia e Inghilterra.
I quarti di finale
Il sorteggio fu favorevole all’Italia, che ai quarti di finale avrebbe incontrato la Bulgaria. Il match di andata si sarebbe disputato a Sofia, in particolare allo stadio Vasil Levski. Gli azzurri compresero che quella che sulla carta pareva essere una squadra non così temibile, era in realtà un avversario ostico. Solo un gol di Pierino Prati al minuto ‘83 consentì alla nazionale italiana di continuare a sperare nelle semifinali: la partita finì 3 a 2 per la Bulgaria. Il ritorno, disputato allo stadio San Paolo di Napoli, vide una reazione importante dei ragazzi di Valcareggi. La partita finì due a zero per gli azzurri, grazie i gol di Domenghini e del solito Prati. Con un complessivo di 4 a 3, la nazionale italiana era ufficialmente in semifinale.
Testa o croce
In semifinale la nazionale affronterà l’Unione Sovietica, vincitrice dell’edizione del 1960 e seconda classificata nell’edizione successiva. L’impenetrabile difesa sovietica era nota a tutti, tanto da non consentire ai nostri centravanti di realizzare nemmeno un gol. La semifinale non prevedeva un ritorno, e il parziale di zero a zero finale significava solo una cosa: a decidere la qualificazione sarebbe stato il lancio di una moneta. I due capitani vengono richiamati dall’arbitro tedesco Tschenscher negli spogliatoi, mentre i restanti 20 giocatori avrebbero atteso impazientemente in campo. Qualche minuto dopo il memorabile ritorno sul prato verde di Giacinto Facchetti lasciò intendere quanto sperato: l’Italia era in finale.
Doppia finale
Tutto è deciso, la nazionale italiana affronterà la Jugoslavia in finale. La squadra jugoslava era reduce dalla vittoria in semifinale contro gli inglesi, campioni del mondo in carica. La finale si sarebbe disputata l’8 giugno allo stadio Olimpico di Roma. La formazione proposta da Valcareggi prevede un turnover importante, dovuto alla stanchezza dei suoi giocatori. La scelta non si rivela però azzeccata, tanto che dopo pochi minuti gli avversari passano in vantaggio con Dzaijc. Gli azzurri soffrono per gran parte del match, ma grazie a una rete nel finale di Domenghini agguantano il pareggio. I rigori non esistevano e le finali non si decidevano con il lancio della moneta, quindi la finale si sarebbe dovuta ripetere. Nella seconda sfida, disputata il 10 giugno, il ct italiano dimentica il turnover, schierando la squadra più competitiva possibile. Questa volta le scelte sono corrette. Riva segna subito, Anastasi raddoppia: la nazionale italiana vince il suo primo, storico europeo.