di Andrea Sperti
La Serie A è il sogno di ogni ragazzo che inizia a prendere a calci un pallone. La si vede in tv, con gli amici, la si immagina dal divano e per molti tutto questo rimane solo un sogno, cullato e mai realizzato.
C’è un ragazzo, uno come tanti, che ha iniziato a giocare a calcio per passione e che ha 18 anni quel sogno è riuscito anche a realizzarlo, segnando una tripletta in uno stadio di Serie A. Quella che vi stiamo per raccontare è la storia di Francesco Grandolfo, giovane attaccante cresciuto nel Bari e promessa mai mantenuta del calcio italiano.
La tripletta all’ultima giornata contro il Bologna
Siamo al Dall’Ara, è l’ultima giornata di campionato, e la sfida tra Bologna e Bari serve solo agli almanacchi. Il classe ’92 ha esordito nel match contro il Palermo e solo la settimana prima ha giocato il derby di Puglia, contro il Lecce, sfiorando la rete in una partita particolarmente sentita a quelle latitudini.
Durante il match contro il Bologna, Francesco non pare essere un giovane attaccante alla terza presenza nella massima serie, anzi. Segna, lo fa per tre volte, ma oltre ad infilare il pallone in rete, sembra davvero poter incidere in ogni momento. Certo, le motivazioni delle squadre in campo sono vicine allo zero, ma gli occhi degli addetti ai lavori si concentrano tutti sull’attaccante dei galletti, che in 71 minuti travolge i suoi avversari.
L’arrivo al Chievo e l’inizio della fase discendente
Il Bari retrocede, ma il Chievo decide di puntare su di lui. I veneti hanno visto qualcosa in quel ragazzo, un talento naturale che in pochi hanno e che potrebbe consacrarsi da un momento all’altro. Ci piacerebbe scrivere di caterve di gol, di momenti indimenticabili, di maglie azzurre con impresse il suo nome e di vittorie sempre più esaltanti, ma non è andata esattamente cosi.
La carriera di Grandolfo, infatti, è arrivata all’apice quel caldo pomeriggio bolognese e da lì in poi ha iniziato una fase discendente, che ha portato il bomber pugliese nelle categorie inferiori, lontano dai riflettori del grande calcio.
Tritium, Savona, Correggese, Fidelis Andria, Bassano, Virtus Verona, Vis Pesaro ed adesso Sambendettese. Campi polverosi, tanti calci e poco calcio anche se la passione, alla fine, è quella di sempre. La Serie C non è la Serie A, però i gol ed i sogni valgono uguale, questo Francesco se lo ripete ogni volta che i ricordi riaffiorano alla mente.
A 27 anni, in fondo, il destino si può ancora provare a cambiare. Chissà che un giorno Grandolfo non ritrovi il suo cammino, quello che lo avevo portato in alto, lo stesso che dal Paradiso lo ha fatto ritornare alla realtà.