Ciao Gianluigi… o meglio… Ciao Gigio…
So che molto probabilmente non leggerai mai queste righe, ma ci tenevo a fartele recapitare. Non so come, non so in che modo, forse inviandoti una letterina nella tua casetta di Milano.
Ricomincio.
Ciao caro Gigio. Mi chiamo Lara, ho 23 anni e gioco a calcio da quando ne avevo 5. Il calcio è da sempre stata la mia più grande passione. Fin da quando ero piccolina non volevo mai staccarmi dal pallone. Era la mia felicità. Era la mia gioia. La mia allegria. Continuo a giocare tutt’ora sai? Nonostante i pregiudizi, nonostante i sacrifici. Eh si, quanti sacrifici. Pensa che fino a qualche anno fa lavoravo in pizzeria, dal mattino fino alla sera. Alle 21 staccavo dal lavoro, mi allacciavo gli scarpini, correvo al campo da gioco e mi allenavo fino alle 23. Ero distrutta, avevo le gambe a pezzi. Ma entrare in quel rettangolo verde mi faceva rinascere. Il dolore, la stanchezza, la tristezza. Passava tutto. Ahhh quanti sacrifici! Non ho mai scelto strade facili. Non mi spaventano per niente le salite. Se c’è da correre, corro e se c’è da rischiare, rischio.
Ma una cosa è certa Gigio. Ne deve valere la pena.
Beh ho deciso di dedicarti questo testo perché, sai, in te rivedo un po’ me stessa. Mi ricordo quando a 16 anni ho fatto la mia primissima presenza nella squadra femminile. Che partitone! La squadra militava nel campionato nazionale di serie B. Io ero la più piccolina. Il mio capitano aveva 38 anni. E io 16. Che emozione per me, forse come per te. La tua prima partita. In serie A. Col Milan. Ti sei messo in mostra fin da subito. Il fenomeno Gigio Donnarumma, il fenomeno. Il sedicenne che si ispira a Buffon. “Voglio diventare come Buffon” dicesti.
Sai, 4.5 milioni sono pochi. “Merito di più, voglio vincere tutto” avrai pensato. Ci sta, hai 18 anni. Ti vorrei ricordare, caro Gigio, che a 18 anni in Italia si diventa maggiorenni, si può prendere la patente e guidare la macchina, sposarsi, votare e rispondere liberamente delle proprie azioni. Scusa se te lo dico ma se a 18 anni ti fai raggirare è colpa tua. Il tuo procuratore rappresenta semplicemente la tua parte oscura, il tuo male.
Conosco un ragazzo di 6 anni che si chiama Matteo. Matteo è un portiere. Matteo ama il Milan e Matteo ama follemente Donnarumma. Quel Donnarumma che ha baciato la maglia al termine della partita persa contro la Juventus. Ama quel ragazzo che voleva ad ogni costo, fino a qualche mese fa, rimanere al Milan. Il suo Milan. Quella squadra che lo fece debuttare in serie A a 16 anni. Quella squadra che gli fece firmare il suo primo contratto da professionista. Quel ragazzo che scendeva in campo ogni domenica e pensava solo a giocare e parare tutto. Ma questa, ormai, è un’altra storia. Hai deluso tutte quelle persone che credevano in te. Probabilmente arriverai a molte finali di Champions. Probabilmente le vincerai. Ma ci hai deluso.
Ti auguro una carriera piena di successi. Ti auguro di non farti mai male. Ti auguro di essere felice. Ti auguro una vita da campione. Ti auguro il meglio. Ti auguro anche, caro Gigio, di avere un figlio. Guarderai tuo figlio negli occhi. E mi auguro, anzi, ti auguro, di provare vergogna nel raccontargli questa vicenda. Spero davvero di incontrarti un giorno per dirti ciò che penso. Un saluto e un abbraccio da una calciatrice 23enne delusa. Innamorata del calcio. Il calcio che non sognavo da bambina.