L’Associazione Italiana Calciatori ha fatto chiarezza sulla situazione relativa agli stipendi dei calciatori. A parlare sono stati i vertici più importanti, ovvero l’avvocato Umberto Calcagno, vicepresidente, che ha rilasciato alcune dichiarazioni a Il Secolo Xix, e il Direttore Generale, Gianni Grazioli, al Corriere del Veneto.
CALCAGNO – «Il comunicato della Lega Calcio non ci è piaciuto, sembra uno spot. Ma questo non è il momento delle polemiche, è il momento del buon senso, della solidarietà e delle riforme. Nessuno si è mai detto contrario, tutti hanno dato la loro disponibilità. I calciatori sanno di dover fare la loro parte, per questo il comunicato della Lega era fuori luogo, non ha alcun valore giuridico. Non c’è un modello unico per ridurre gli stipendi, varia da club a club e tra giocatori. Abbiamo già fatto 4 bozze di accordo».
GRAZIOLI – «Ci sono più di duemila contratti depositati in Lega Pro, relativi a giocatori e allenatori, ma anche componenti di staff, team manager e segretari, con un reddito annuale lordo inferiore ai 50mila euro. E un buon 25% di questi sono ai minimi federali, che significa oscillare tra i 1.300 e i 1.500 euro mensili. Dobbiamo tutelare queste fasce. L’obiettivo di tutti sarebbe la ripresa quando il governo e gli organi sanitari competenti garantiranno la sicurezza e quindi le condizioni per ripartire. Ma è chiaro che dovranno esserci pari condizioni per tutti».