La Gazzetta dello Sport ha riportato stamane un’interessante intervista all’allenatore della Dinamo Kiev, Mircea Lucescu. Allenatore che, 25 anni fa, a 15′ dalla fine di un Brescia-Ipswich, fece esordire un giovanissimo Andrea Pirlo. Quel trequartista sedicenne si ritrova oggi sulla panchina della Juventus, che stasera affronterà proprio la Dinamo Kiev del suo maestro Lucescu. Questo un estratto dell’intervista.
Sulla Juventus: ««Hanno preso gente giovane, ma esperta. Magari potranno pagare dazio sul piano dell’organizzazione: in una nuova squadra devi assimilare la filosofia e poi quella dell’allenatore. Ma è un dazio che pagheranno più in là, non credo abbiano problemi nel girone».
Su Pirlo: «Andavo sempre agli allenamenti dei giovani al campo San Filippo, a Brescia, e appena notai come si muoveva e toccava la palla quel ragazzo mi resi conto che dentro di lui c’era un campione. Poi ci fu il Viareggio: Andrea ci andò sotto età ma non giocò, e io che ero arrivato lì a vederlo notai quanto fosse deluso, così lo riportai a Brescia in macchina. Un viaggio di tre ore, provai a parlargli e dargli fiducia. E cominciai a chiamarlo con la prima squadra, lo volevo sempre con noi. Lo proteggevo, volevo far crescere quel talento. E alla fine uscì il campione. Merito suo, ovviamente».
Sul rapporto tra i due: «Non ho mai dovuto bacchettarlo. Qualche discussione c’era, mai litigi: consigli su cosa fare, piuttosto. Di recente non l’ho sentito, ho voluto lasciarlo tranquillo. Ma sono felicissimo per lui. Glielo dicevo prima: in campo aveva equilibrio oltre a un gran senso della giocata, qualità che lo aiuteranno pure in panchina. Allenare non è solamente tattica, ma anche istinto. Lui lo aveva, sentiva la partita. E anche un allenatore deve sentirla…».