Saverio Sticchi Damiani, presidente del Lecce, ha parlato ai microfoni de La Gazzetta dello Sport.
SERIE A – «Non abbiamo scelto di tornare a giocare per voglia o per uno stato d’animo favorevole. Quanto per un senso di responsabilità verso il sistema e un’industria che produce contribuzione fiscale per oltre un miliardo di euro. Preciso che per il Lecce, da un punto di vista strettamente economico, tornare a giocare non sarebbe una questione di vita o di morte: in questi anni abbiamo gestito i bilanci con oculatezza, non abbiamo esposizioni bancarie di alcun tipo».
RISULTATI – «L’unico verdetto che conosco è quello che arriva a fine di tutte le partite. Fare playoff o playout dopo quattro mesi di stop assomiglia a un sorteggio».
RETROCESSIONI – «Fino a prova contraria le retrocessioni a tavolino, e nel caso in cui non si riprendesse a giocare si tratterebbe di retrocessioni a tavolino, ricorrono solo in casi in cui un club meriti di essere pesantemente punito per aver commesso, per esempio, un illecito sportivo. Trattare una pandemia allo stesso modo è aberrante».