di Andrea Sperti
L’Europa è da sempre il sogno di tutte le squadre medio-piccole. Un’annata positiva, una campagna acquisti azzeccata, un allenatore emergente con idee vincenti e si può sperare di partecipare almeno ai preliminari di Europa League, provando poi a qualificarsi per il girone.
Qualificazione anomala
La storia di oggi, però, è un po’ diversa dalle altre, se non altro perché il Livorno la sua prima storica partecipazione ad una competizione europea non l’ha conquistata sul campo ma nelle aule dei tribunali. I toscani, infatti, hanno terminato il campionato nella parte sinistra della classifica, ma solo le decisioni delle sentenze relative a Calciopoli hanno permesso loro di finire al sesto posto della graduatoria, approdando ai preliminari di Europa League. Anche Chievo e Palermo hanno usufruito della retrocessione della Juventus e delle penalizzazioni inflitte a Lazio, Milan e Fiorentina, con i clivensi che hanno disputato addirittura i preliminari di Champions League. La formazione amaranto aveva disputato un ottimo torneo e poteva contare su una rosa di livello, ma di certo non era pronta per affrontare un girone europeo. Nei preliminari della competizione i labronici hanno trovato l’abbordabile Pasching, una compagine austriaca che è stata battuta sia all’andata che al ritorno. Nel match del Picchi i marcatori sono stati il solito Cristiano Lucarelli e Tomas Danilevicius, mentre in Austria ci ha pensato Ibrahima Bakayoko a chiudere la pratica.
I tifosi quasi non credevano ai loro occhi ed il neo tecnico Daniele Arrigoni, arrivato senza sapere di dover allenare in Europa, h subito chiesto al presidente Spinelli diversi giocatori per rinforzare la rosa e renderla adeguata alla competizione che si sarebbe dovuta affrontare. Nel mercato estivo sono arrivati dall’Inter Giovanni Pasquale e Cesar, dalla Roma Samuel Kuffour, il giovane difensore Dario Knezevic e la certezza Rahman Rezaei. Questi acquisti si sono aggiunti ad una rosa di qualità, composta dal già citato capitano Cristiano Lucarelli, il fresco Campione del Mondo Marco Amelia, l’esperto Fabio Galante e le colonne del centrocampo Vidigal e Stefano Morrone.
Le gioie del girone
Il Livorno, dopo il passaggio del turno e l’approdo ai gironi, è stato inserito in quarta fascia e di conseguenza ha pescato formazioni blasonate per la competizione. I toscani hanno dovuto combattere contro Rangers di Glasgow, Partizan di Belgrado, Maccabi Haifa ed Auxerre. Tutti pensavano che Lucarelli e compagni avrebbero rappresentato la Cenerentola del girone ma si sbagliavano ed, anzi, il Livorno ha dato filo da torcere a tutte e 4 le sue avversarie, qualificandosi anche ai sedicesimi di finale.
Le partite più iconiche di questo passaggio del turno sono state senza dubbio due. La prima è stata quella di Belgrado, con il pareggio di Amelia, si avete letto bene, sugli sviluppi di un calcio piazzato. L’estremo difensore labronico ha segnato il gol dell’1-1 al minuto 87 e in conferenza stampa ha spiegato perché si è spinto fino all’area di rigore avversaria, nonostante mancassero ancora diversi minuti al fischio finale:
«Non faccio mai le cose in modo avventato o irresponsabile. In quel caso era un rischio calcolato. Nessuno voleva che andassi a saltare in area, perché era troppo presto: non eravamo neanche nel recupero. Ma il mio sesto senso mi diceva che era l’occasione buona per aiutare la squadra a fare gol. Sapete tutti com’è andata a finire…».
L’altra partita storica ed impossibile da dimenticare si è giocata allo Stadio Abbé-Deschamps ed è stata decisa da una rete di Cristiano Lucarelli che, dopo il gol, è andato a festeggiare sotto un festoso settore ospiti, colorato a festa per l’occasione. Quella rete è valsa il passaggio del turno per i toscani, che hanno continuato a vivere una favola incredibile, sebbene in campionato il rendimento non fosse così esaltante come la stagione precedente. Proprio di questo ha parlato il presidente Spinelli in conferenza stampa alla vigilia della sfida decisiva per il passaggio del turno contro i francesi. Non si è mai capito se quelle parole fossero dettata dalla nota scaramanzia del numero uno dei toscani o se effettivamente credesse davvero in quello che stava dicendo in quel momento:
«Mi auguro di uscire dalla Coppa Uefa, l‘obiettivo di quest’anno è il campionato. Mercoledì abbiamo la Coppa Italia, sabato giochiamo contro uno squadrone come il Palermo, poi dovremo volare ad Auxerre: non siamo in condizioni di potercela fare.. Le squadre come la nostra non possono giocare ogni tre giorni. Ci manca la qualità, siamo costretti a far scendere in campo sempre gli stessi 13 o 14 uomini. Noi abbiamo puntato su 27 giocatori quest’anno, di cui probabilmente sei li abbiamo sbagliati: non hanno le qualità per permettere ai titolari inamovibili di riposare. Se l’anno prossimo avremo 22 titolari veri, credo che allora si potrà partecipare a coppe e campionato. Quest’anno non è cosi. Giocando in Uefa il Palermo sta perdendo terreno in campionato anche loro hanno una squadra e mezzo come noi, non due. Chi ha sbagliato sul mercato? Il tecnico non c’entra, i giocatori li scegliamo io e miei dirigenti: alcuni sono ritornati, molti li abbiamo presi. Dobbiamo sostituire cinque-sei giocatori in una rosa di 26 che pensavamo andasse bene. L’allenatore viene solo consultato da noi, ci indica i ruoli e noi li cerchiamo. Ovviamente è difficile riuscire ad arrivare alle prime scelte».
La delusione dello stadio e l’eliminazione
Nonostante le dichiarazioni di Spinelli, il Livorno è approdato con merito ai sedicesimi di finale. Prima della doppia sfida contro l’Espanyol, però, è arrivata un’orribile notizia per i tifosi del Livorno. A causa del decreto Pisanu, appena entrato in vigore in quell’anno, lo stadio Picchi non era più a norma per ospitare una sfida di quel livello. Il Livorno, quindi, ha dovuto giocare senza l’apporto fondamentale del pubblico l’andata della sfida contro gli spagnoli, perdendo 2 a 1 con la rete dei toscani segnata da Fabio Galante. Nel match di ritorno la musica non è cambiata ed i labronici sono tornati sconfitti dalla Catalogna per 2 a 0, subendo dunque una cocente eliminazione.
La favola del Livorno è durata una stagione, ma ha regalato sorrisi, speranze e tante soddisfazioni ad un intero popolo. Adesso la compagine amaranto lotta per non retrocedere nei dilettanti ed, ad una giornata dalla fine del campionato, si trova all’ultimo posto nel Girone A di Serie C, a -2 punti dalla Lucchese penultima. I giorni vissuti in Europa sono lontani ma i tifosi ogni tanto ripensano a quelle serate, nelle quali tutto sembrava davvero possibile.