Lorenzo Carfora, talento a Benevento e ora in Nazionale: «Buffon disse di seguirmi»

by Giacomo Brunetti

Quando lo scorso 1 aprile è stato schierato titolare nella partita tra Bari e Benevento, è diventato il primo 2006 a giocare dal primo minuto nel calcio italiano. Lorenzo Carfora è stato scaraventato nel calcio dei grandi, senza neanche rendersene conto. Oggi è ancora in Prima Squadra a Benevento, dov’è rimasto dopo la retrocessione in Serie C. E fa parte della rosa della Nazionale italiana u-18, dove «con mister Franceschini mi trovo alla grande, e anche con il gruppo. Le rose cambiano spesso ma si è creata un’ottima alchimia».

Lo abbiamo intervistato perché abbiamo seguito i suoi esordi fin dall’inizio, quando Roberto Stellone lo ha preso dall’Under-17 senza neanche farlo passare dalla Primavera. Un folletto in mezzo al campo, arrivato nel 2020 a Benevento: «Lavorano bene a livello giovanile. Sono molto legato a Napoli, la città in cui sono nato, e riesco a vivermela giocando a pochi chilometri di distanza». A Napoli c’è proprio un calciatore a cui si ispira, almeno a livello di professionalità e valori: «Il mio idolo si chiama Giacomo Raspadori. Mi ha colpito la sua personalità in una piazza importante. Sono stato contento di averlo incontrato un anno fa, perché abbiamo lo stesso procuratore». Sogna di giocarci insieme, un giorno. Magari in Nazionale.

Quando è stato catapultato tra i grandi, non se lo aspettava: «giocavo nell’Under-17 e ho bypassato la Primavera, è stato improvviso». L’esordio è arrivato nella sconfitta contro il Südtirol: «All’esordio ero spaesato. Molto. Sono entrato al 45’, all’intervallo, giocare 45 minuti a 17 anni è emozionante. Poi quando ho fatto l’esordio da titolare a Bari, mi tramavano le gambe. È stata dura». Non dev’essere facile giocare al San Nicola, a quell’età, senza esperienza.

Ma Carfora è piaciuto subito a tutti. Esterno che può giocare anche trequartista, nella scorsa stagione è sceso in campo 8 volte in Serie B. A colpire erano stati i suoi numeri nell’Under-17: 20 gol in 21 partite, oltre a 8 assist, nel girone C dell’U-17. Ha fatto anche incontri da sogno: «Ho avuto modo di parlare con Fabregas e Nainggolan, per chiedergli la maglia dopo le partite contro Como e SPAL». Ma soprattutto «l’incontro che mi ha fatto venire la pelle d’oca è stato con Buffon». Lorenzo è nato a gennaio 2006, pochi mesi prima del trionfo mondiale della Nazionale. Gli ha chiesto la maglia, «ma l’aveva già promessa ad Acampora. Però mi ha preso da parte, dicendomi: ‘Guarda che ho visto come giochi, ti ho seguito nelle ultime partite’. Sono rimasto di stucco». Chi non si sarebbe immobilizzato davanti a quelle parole da parte di Gigi.

È maturato in fretta: «Dopo Benevento-SPAL, quando abbiamo perso lo scontro diretto per la salvezza, sono cresciuto. Mi sono messo a piangere, lacrime liberatorie». Anche perché in Prima Squadra «il tasso di errore è ridotto rispetto alle giovanili, il livello è altissimo». A dicembre 2022 ha esordito con la Nazionale, un altro capitolo di crescita.