Alto, grosso e instancabile. Così forte da segnare tre gol in un giorno con due squadre diverse, un paio la mattina e due nel pomeriggio. Se Lorenzo Lucca sarà il primo italiano a giocare nell’Ajax lo deve a una giornata soleggiata. I fatti: Lucca ha 16 anni e gioca negli Allievi dell’Atletico Torino. Sfiora già i due metri e segna già parecchio. Il direttore sportivo, Mario Goglia, l’ha pescato silenziosamente dal Torino, reo di lasciarlo in panchina, perché ci credeva più degli altri. Così un’ammonizione di troppo della punta titolare in Promozione gli dà la chance di mostrarlo ai grandi.
«Segni due gol e poi esci…»
Problema, però: si gioca di pomeriggio, e la mattina Lollo è già impegnato con gli Allievi. «Dissi al mister di farlo giocare un tempo – racconta Mario – così lui andò da Lorenzo e gli comunicò di andarci piano, perché dopo qualche ora avrebbe esordito in Promozione». Profetico. «Segni due gol e poi esci’, gli disse. Andò davvero così! Io e il presidente, in tribuna, ci guardammo sorpresi. Lui più di me». E nel pomeriggio, titolare contro l’Asti, Lorenzo segna di nuovo: «Il bello è che una squadra del nostro girone ha fatto ricorso contro di noi. Il regolamento dice che un ragazzo non può giocare due partite lo stesso giorno in due categorie differenti, devono passare almeno 24 ore. Ma sai che ti dico? Ne è valsa la pena». Mario sorride, ma non si prende meriti: «Piuttosto soddisfazioni, dai. Sono fiero di aver visto qualcosa in un ragazzo che faceva fatica a trovare spazio. Il Torino lo mandò in prestito a Chieri, poi a dicembre 2016 è venuto da noi, sempre in prestito».
«Qui abbiamo un talento»
Un anno tra Allievi e Promozione, prima di firmare con il Vicenza: «Conoscevo Paolo Borrella, il responsabile del settore giovanile, così un giorno lo chiamai e gli dissi che avevo tra le mani un sedicenne davvero bravo. Lui mi disse ‘ok, portalo da noi per un provino’. Lo presero subito. Ricordo il viaggio in macchina da Torino a Vicenza. Eravamo io, Lorenzo e suo padre, un amico. Da ragazzo ha giocato diversi anni in Serie D come difensore centrale». Lucca sbarca in Olanda dopo una buona stagione a Pisa, 6 gol in due mesi prima di un lungo digiuno: «Il fatto che non abbia segnato per un po’ non mette in discussione il suo valore. Anche il fratello è molto bravo tra l’altro, è un 2006 e fa l’attaccante. Gioca a Volpiano ed è altissimo, come il fratello. Il suo mister, oltretutto, è lo stesso che ha allenato Lorenzo quando era piccolo». Chissà.
L’exploit a Palermo
Prima del Pisa c’è stato il Vicenza, tre partite in Serie C nel 2017-18, e poi il Palermo, qualche presenza in D prima dei 13 gol in Lega Pro nel 2020-21. «Un colpo di fulmine. Il bello è che lo scoprii per puro caso». Parola di Renzo Castagnini, l’ex d.s. rosanero che ha portato Lucca al Barbera un paio di anni fa: «Nel 2018 ero fermo, così andai a vedere la Primavera del Brescia. Lorenzo giocava lì, quell’anno segnò 16 gol in 18 partite. Alto, grosso, ben strutturato, forza fisica e senso del gol. ‘Questo ragazzo me lo segno’, pensai. E nel 2020 me ne ricordai. A gennaio il Toro lo svincolò e io lo portai in Sicilia».
Quella foto a Linate del 2019
Renzo se la ride. Ci invia una foto su Whatsapp. C’è Lucca in partenza verso Palermo. Indossa un maglione bianco sotto un giaccone nero che gli arriva alle ginocchia. Sorride: «A pensarci oggi mi vengono i brividi. Era il 31 dicembre 2019, eravamo io e lui all’aeroporto di Linate. Ricordo che parlammo molto, gli spiegai che avrebbe avuto qualche difficoltà e che sarebbe stata dura, ma al tempo stesso lo invitai a non mollare. Il primo anno giocò tre partite, ma nonostante tutto lo confermai». Scelta giusta: «Dopo la doppietta alla Viterbese e una gran partita contro il Bari, non si è più fermato».
Lucca, quale futuro ora?
Il feeling è rimasto: «Farà bene, ha bisogno di fiducia. A Palermo, quando non giocava, lo invitavo a cena a casa mia. Gli cucinavo pasta e pollo al forno, poi guardavamo la televisione insieme. Tra una risata e l’altra, lo invitavo a crederci. ‘Non ti preoccupare delle critiche e dei votacci dei giornalisti’, gli dicevo. ‘Insisti su te stesso e arriverai lontano’. Così è stato». E se giocherà in Olanda lo deve anche a Castagnini, che insieme al suo agente, Antonino Imborgia, è sempre stato in prima linea per difenderlo: «Senza dimenticare Corrado, il presidente del Pisa. L’estate scorsa, abbiamo parlato con diversi club, ma i nerazzurri sono stati gli unici a crederci sul serio». La sua fortuna. Come le strigliate a fin di bene di Renzo: «Quando ci scriviamo gli dico sempre che è scarso, almeno si sveglia un po’». Un gesto d’affetto che ha sempre portato fortuna.