Enzo Le Fée, centrocampista classe 2000 del Lorient, racconta al quotidiano L’Equipe la sua infanzia. Il calciatore racconta il particolare rapporto col padre: «Saltavo gli allenamenti per andare a trovare mio padre in carcere. L’ho fatto anche l’anno scorso quando abbiamo vinto la Ligue 2. Mi ricordo il giorno in cui mia madre mi ha riferito tutto, ero molto piccolo. Non mi ha segnato troppo, nel senso che comunque mia madre mi ha detto che la mia vita doveva continuare e che questo non doveva crearmi problemi. Mio padre è stato spesso descritto come una persona violenta, ma non ha mai messo le mani addosso a me o a un altro dei suoi figli. Voleva aiutare i suoi amici, qualcosa che avrei fatto anche io. Si è sempre preso la responsabilità di quello che ha fatto e non mi ha mai mentito».