di Giacomo Brunetti
Per farvi capire chi è diventato Luca Moro a Catania, basta andare a fare la spesa. «Ero al supermercato, in coda alla cassa. Il cassiere era un tifoso sfegatato e, appena mi ha visto, è uscito dalla sua postazione, inginocchiandosi davanti a me, come per venerarmi. Tutta la fila è scoppiata a ridere», ci racconta in esclusiva il nuovo attaccante del Sassuolo, il cui trasferimento negli ultimi giorni è diventato il più costoso nella storia della Serie C. D’altronde, 21 reti in altrettante partite a 21 anni non potevano passare inosservate. Il Padova, che a inizio stagione lo aveva girato in prestito al Catania, ha incassato 3.5 milioni di euro, più bonus e percentuale di una futura rivendita.
Come in un film… della Marvel
Il suo exploit catanese gli ha garantito una vetrina importante, che però non lo ha snaturato. Luca è costantemente sorridente, approccia al suo nuovo mondo con estrema felicità. Pochi giorni prima di ricevere l’offerta del Sassuolo, aveva comprato il biglietto aereo per i genitori, direzione Sicilia. Erano arrivati da qualche ora quando è dovuto partire per Milano, dove ha atteso notizie sul trasferimento negli uffici del suo agente, Giuseppe Riso, insieme a Demba Seck, promesso sposo del Torino ed ex compagno nella Primavera della SPAL. Perché, fuori da Padova, Luca ci aveva già giocato: a Ferrara, appunto, e a Genova, sponda rossoblù. Tanti suoi ex compagni, tra cui Nicolò Rovella, gli hanno scritto in questi giorni per complimentarsi.
L’emozione più grande, a Ferrara, è stata aver incontrato Alberto Paloschi: «Da piccolo giocai un torneo e lui era l’ospite d’onore. Era salito alla ribalta e noi sognavamo di diventare come lui. A fine allenamento gli chiesi un autografo: è stato il primo della mia vita». Adesso è il suo momento: «Se ami il calcio, Catania è un appuntamento romantico. Una tifoseria del genere, così calorosa, è una linfa vitale se ti piace questo sport. Nelle ore interminabili di viaggio in trasferta mi sto guardando tutta la saga Marvel, avevo visto solo qualche film sparso. Ho un approccio rilassato alla partita e al rendimento che sto avendo».
Prossima destinazione: Aeroporto Luca Moro
L’unicità del posto in cui sta sfondando le reti è stata chiara fin da subito. «Quando sono atterrato la prima volta in aeroporto – ci racconta – dovevo aspettare qualche minuto. Così sono andato al bar per mangiare e, appena mi sono abbassato la mascherina per il primo boccone, il barista ha urlato: ‘Ma tu sei Luca Moro! Dobbiamo farci una foto!’. E si è creato un capannello di persone curiose», un amore incondizionato fin dal primo momento.
«Ho firmato e i tifosi hanno iniziato a inviarmi foto della curva e video dei tempi della Serie A. L’affetto è fortissimo», d’altronde il Catania degli argentini è indimenticabile. Anche Papu Gomez ha voluto fargli i complimenti dopo la doppietta nel derby. «Al termine della partita, i tifosi venivano da me dicendo ‘Tu non ti rendi conto di cosa hai appena fatto’», e le copertine nelle ore successive erano tutte sue. I compagni di squadra gli vogliono bene, e insieme ad alcuni di loro ha comprato un bersaglio per le freccette: «Ci giochiamo il pomeriggio, nel tempo libero. Non ci avevo mai provato, possiamo dire che me la cavo».
Ma come si segnano tutti questi gol?
Quando abbiamo visto il rendimento di Luca, è venuto naturale chiedersi cosa fosse scattato in lui per crescere così velocemente, a questa età, rispetto alle esperienze pregresse: «Verso la fine della scorsa stagione ho cambiato alcune componenti della mia vita. Ho chiesto ai preparatori e al nutrizionista della SPAL alcuni consigli per realizzarmi: avevo capito che l’allenamento con la squadra non bastava più. Anche perché mi dissero: ‘Ricorda, che gli allenamenti li fanno tutti…’. Quindi per spaccare serviva qualcosa di diverso. Prima mangiavo di tutto, d’altronde il metabolismo da giovane te lo consente. Infatti, da quando ho regolato la mia alimentazione, più che differenze fisiche, percepisco più forza e vigore in allenamento. Mi hanno spiegato quanto fosse essenziale fare prevenzione: ho iniziato a lavorare con gli elastici per rendere più esplosivi glutei e gambe».
Una componente essenziale è stata la voglia di arrivare. In un’intervista sul canale YouTube del Padova, pubblicata nel 2019, Luca è da poco maggiorenne e spera di trovarsi in Serie A a 10 anni da quel momento. Gliene sono bastati 3: «Non mi aspettavo di arrivarci così velocemente, ma sapevo che ce l’avrei fatta. Avevo visto il percorso di Flavio Bianchi, conosciuto a Genova, che dopo una buona esperienza in C è stato richiamato al Genoa. Il percorso per me era chiaro: certo, non con questa fretta. Neanche pensavo di segnare 20 reti in 5 mesi. L’obiettivo era farne 10, ma quando ne segni 7 nelle prime partite ti dici: ‘No, 10 sono pochi’. Entri in campo libero di testa, la partita devi godertela».
Pasticcini e il messaggio di Bobo Vieri
Storie di bomber. Dopo i primi gol, in direct su Instagram ha trovato un messaggio con la spunta blu: «Era Vieri, ha fatto i complimenti, dicendomi di continuare ad allenarmi senza mollare. Sapevo che aveva parlato di me alla Bobo Tv perché alcuni miei compagni mi avevano girato il video». Luca ha capito che si inizia a fare sul serio. La sua prima maglia è stata quella di Materazzi, «comprata nel 2006 dopo il Mondiale», ed è nato proprio difensore, ma «arrivato alla partita, mi dava fastidio non poter salire a segnare, così chiesi al mister di cambiarmi di ruolo». Scelta saggia.
Proprio grazie a questa scelta lo spogliatoio etneo si è riempito di pasticcini: «Segno all’esordio e, come da tradizione, porto qualche dolcetto. La partita dopo segno una doppietta e tutti ‘Dai, ora li porti per la doppietta’. La gara successiva segno ancora: ‘Ragazzi, basta, se continuo così mi tocca comprarli tutte le settimane!’». Non è stato sicuramente l’anno giusto, con il trasferimento in Sicilia, per regolarizzare la propria dieta: «Quante tentazioni, difficile resistere… con tutti questi fritti. Il mio debole sono i cannoli».
Serie A, caricamento in corso
Adesso il Sassuolo lo aspetta per il salto tra i grandi. Personalmente non conosce nessuno dei neroverdi, ma «guardo i video di Scamacca, è davvero forte». Il livello cambierà: «La qualità del gioco è diversa, così come il tipo di palloni che ti arrivano e che devi dare. Non ne arrivano molti sporchi come qui in C, dove sono metà alti e metà rasoterra. In A ci sono molti passaggi rasoterra: si fa gioco, specie al Sassuolo». L’aspetto che più incuriosisce Luca, però, è il VAR. «I contatti saranno diversi. In Serie C non c’è, quindi se cadi dopo un contatto che tu percepisci come grande, ma non visibile a occhio nudo, nessuno fischia. In Serie A, invece, devi stare attento a come ti muovi sia in attacco che in difesa, devi essere furbo», ci confida. Un giudizio lucido, da chi ha le idee chiare. «Non vedo l’ora di affrontare Ibra e la difesa dell’Inter», chiosa.
Per adesso, il Sassuolo può usarlo a FIFA. «Ci gioco in quelle sere in cui mi ritrovo da solo a casa. Lo scorso anno, quando ero alla SPAL, ho avuto per la prima volta il mio avatar nel gioco. Luca Moro, overall 62. Non avevo l’immagine ma la giocabilità era realistica, avevano fatto un bel lavoro. La mia carta su FUT non esisteva, potevo usarmi solo nella modalità calcio d’inizio», scherza, pensando alla prossima stagione: «Secondo me sarò… overall 70, d’altronde arrivo dalla C. Sarei soddisfatto. E poi non vedo l’ora di avere la mia carta 99, quella che danno ai calciatori! Prenderò qualche carta IF per fare un bel tridente». Alla conquista.