Lucas Roman, un Pocho per l’Italia U20

by Mattia Zupo
lucas roman

Costanza, impegno e convinzione. Queste le 3 parole che più lo rappresentano, come si evince dalla sua bio di Instagram. Lucas Roman può essere il prossimo oriundo a vestire la maglia azzurra. L’attaccante esterno classe 2004 gioca nel Barcellona B ed è nato a Caballito, barrio di Buenos Aires dove ha sede il Ferro Carril Oeste, club in cui sono cresciuti anche Marcos Acuña, Juan Esnaider e Federico Fazio.

Da portiere all’infortunio al femore e il soprannome come Lavezzi

Sin da bambino, mamma Maria Laura e lo zio Andres lo chiamavano affettuosamente Pochoclito, un nomignolo che con gli anni è diventato El Pocho, come Lavezzi. Cresciuto con i genitori separati, in una casa con la madre e i nonni, Lucas ha iniziato a 7 anni da portiere nelle giovanili del club Oeste, fino ad arrivare al Ferro 4 anni dopo. A 13 anni è stato convocato per la prima volta nella Selección Sub-13 e qualche mese dopo ha dovuto affrontare un periodo difficile: 7 mesi lontano dai campi per un infortunio al femore. Al momento del suo ritorno agli allenamenti, Román è stato scoperto da Tomás Levenzon, membro attuale del suo entourage, che dopo essersi informato andò a vedere il primo allenamento post infortunio e rimase impressionato dalle qualità del classe 2004. Non poteva credere al fatto che fosse reduce da tanti mesi di inattività e al termine della partitella gli disse: «Ti sei ripreso bene dall’infortunio», e Lucas rispose con un sorriso: «Più o meno».

 

 

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Lucas Roman, Barcellona e la clausola da 400 milioni

Il primo contratto col Ferro lo ha firmato nel 2020, quando ha compiuto 16 anni e ha esordito in Prima Squadra. Poco prima, le strade di Lucas e dell’Italia si sarebbero potute incrociare: il Milan si era interessato e aveva fatto varie proposte per portarlo a Milano quando aveva 15 anni. Più di recente, anche la Fiorentina si era interessata, con Burdisso che lo conosceva dall’esperienza da manager del Boca. Niente da fare però, Lucas ha deciso di restare al Ferro e debuttare in Prima Squadra.

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Con la pandemia è stato costretto a lasciare la casa dove viveva con i suoi nonni per paura di contagiarli. Esterno di piede mancino o seconda punta, brevilineo di 160 cm tutto dribbling e con un buon tiro dalla distanza, in possesso del passaporto italiano grazie alle origini pugliesi dei bisnonni materni di Molfetta, Román ha segnato 3 gol in 27 partite lo scorso anno in seconda divisione, in una stagione complicata per il Ferro. Dopo aver fatto tutta la trafila delle nazionali giovanili e aver preso parte la scorsa estate al Torneo de L’Alcudia quando è stato impiegato poco, Mascherano poi non lo ha convocato per il Sudamericano Sub-20. A gennaio, a un anno dalla scadenza del contratto, il Ferro ha annunciato il trasferimento per 1,2 milioni di euro al Barcellona e manterrà il 15% sulla futura cessione, mentre il club blaugrana ha specificato che l’argentino ha firmato fino a giugno 2026 con una clausola rescissoria da 400 milioni. «I dirigenti del Barcellona mi hanno detto che vedono in Lucas cose di Messi quando aveva 16 anni», le parole di Daniel Pandolfi, presidente del Ferro Carril Oeste.

 

Nei primi 6 mesi in Europa, Lucas ha giocato con il Barcellona B, allenato dal messicano Rafa Marquez, con cui ha collezionato 1 gol in 11 presenze. Da tempo era finito nel mirino della FIGC, tanto che lo scorso giugno era stato preconvocato, ma il playoff promozione tra il Barcellona B contro il Real Castiglia gli ha impedito di rispondere alla convocazione. 3 mesi dopo, ecco una nuova opportunità, che Lucas ha accettato con entusiasmo come dimostrato anche dalla storia condivisa su Instagram.