Bianconero fino al midollo, Claudio Marchisio è stato uno dei simboli di una delle Juventus più forti di sempre. Ora, ritiratosi dal calcio giocato, vive il derby di Torino con la stessa intensità di quando era lui a mettere piede in campo. Raggiunto dalla Gazzetta dello Sport, ha dichiarato:
IL PRIMO DERBY… ALLO STADIO – «Facevo il raccattapalle, finì 3-3 con la famosa buca scavata da Maspero e il rigore calciato in cielo da Salas. Ero posizionato dietro alla porta e vidi quel pallone partire altissimo: ci rimasi male, ma fu uno derby più belli che io abbia mai visto».
QUELLO DEL CUORE – «Il primo giocato allo Stadium, l’anno del primo scudetto (2011-12, ndr): ricordo che la sera della vigilia ci fu una cena di beneficenza organizzata dalla famiglia Agnelli. Partecipai con altri compagni e me ne andai prima che terminasse. Conte mi disse: “È presto, fermati ancora un po’”, ma io ero concentrato sulla gara. Feci doppietta: lo sognavo esattamente così».
L’ULTIMO – «Due anni fa all’Olimpico Allegri mi fece scaldare tutto il secondo tempo ma non entrai: ci rimasi male, come chiunque al posto mio».
IN FAMIGLIA – «Da quando ho appeso gli scarpini al chiodo lo viviamo tutti con più serenità. I miei genitori tifano Juve, i miei suoceri Toro: ci sono state partite in bilico fino all’ultimo minuto, in cui l’atmosfera diventava tesa. Ma se il derby finiva con un mio gol, allora scappava un sorriso anche ai “rivali».