Il bambino con la fascia ha vinto un campionato col numero dieci. Non è nato a Porta Metronia, non si chiama Totti e dribbla le etichette da almeno cinque anni, quando Francesco gli consegnò la fascia in mondovisione il giorno dell’addio al calcio. Mattia Almaviva ha 16 anni ed è campione d’Italia Under 16 con la Roma. Veste la maglia dei campioni e gioca da fantasista dietro la punta. Il suo agente, per circa un annetto, è stato proprio Totti, che circa un anno fa l’ha preso nella sua scuderia: «Mattia è davvero bravo. Alla sua età non ero così bravo, con la palla fa quello che vuole».
Il peso del gesto
Almaviva è il nuovo gioiellino delle giovanili giallorosse. Tutti ne parlano bene, tutti dicono che tra tre anni giocherà in prima squadra, «predestinato» per quasi tutti. Lui, zitto, vince e sogna, perché ovviamente tifa Roma da quando è nato. Nel 2017, in un Olimpico strapieno di ricordi, lacrime e bandiere, Totti gli ha legato al braccio la sua fascia di capitano. Un gesto simbolico programmato, perché come ha sempre detto «la 10 non va ritirata». Almaviva era il capitano dei Pulcini, il più giovane delle giovanili, e da quel giorno, oltre la fascia, si porta dietro il peso del talento. Del gesto. Francesco lo sa: «Il suo sogno è diventare il capitano della Roma», ha detto. Intanto ha già vinto il campionato da numero 10.
Mattia Almaviva e Totti
Mattia è nato il 3 febbraio 2006, due settimane prima che Richard Vanigli, centrale dell’Empoli, entrasse male su Totti all’Olimpico. Ansia, preoccupazione, lacrime, il pensiero di un Mondiale che salta, il terrore di una carriera compromessa. Crac. Tibia e perone fuori gioco. Il dolore e la rabbia, la frustrazione di non poter far nulla e l’agitazione di dover aspettare il verdetto, il tutto con Ilary accanto e il giovane Christian tra le braccia. Nel suo libro, Totti ha raccontato di aver pianto fuori dalla sala operatoria: «È il momento in cui pago tutto lo stress. Scoppio in lacrime senza ritegno, consolato da mia moglie». Il resto è storia vincente però: Italia campione del mondo a Berlino. Mattia aveva 5 mesi, non può ricordare, ma avrà ascoltato decine di racconti e visto più volte il rigore contro l’Australia di Francesco.
Quando il destino ti aiuta
Pulcini, Giovanissimi, Allievi. Una vita alla Roma, fino al titolo di campione d’Italia con Gianluca Falsini allenatore. Contro il Milan, al Del Duca di Ascoli, Almaviva non ha segnato, ma ha provato a far valere la tecnica come fa sempre, con assist e passaggi precisi. Piedi buoni dietro un fisico esile. Seguito dall’agenzia di Federico Pastorello, l’agente di Lukaku, Mattia deve un grazie anche al destino, perché il giorno in cui ha ricevuto la fascia i ragazzi del 2007 erano in trasferta a Bergamo, quindi è toccato a lui. Totti ha sottolineato più volte che durante la sua carriera/vita c’è stata una «mano in testa» a indirizzarlo nei momenti chiave. Chissà se sarà così anche per Mattia. Intanto il destino ha già fatto il suo.