Soldi? No, pubbliche relazioni. La furba strategia della Roma sul mercato

by Matteo Lignelli
mercato roma

Telefonate, relazioni e rapporti di fiducia. In un mondo come quello del mercato, che va sempre più nella direzione di algoritmi e nuove frontiere dello scouting, c’è ancora qualcuno che opera alla vecchia maniera. Unendo competenza e pubbliche relazioni. Non ci sono soldi per spendere e spandere? Bene, la soluzione si trova mettendoci la faccia, sfruttando conoscenze e abilità persuasive. In questo Mourinho e la dirigenza della Roma sono dei maestri.

Ma andiamo con ordine. A giugno Tiago Pinto aveva necessità di vendere e incassare 30 milioni per stare nel FFP. Ci è riuscito alla grande: piazzando qualche esubero e andando a trovare l’acquirente giusto per giocatori che non avevano proprio tutto questo mercato. Vedi Kluivert o Carles Perez. Tutto grazie a intuito e rapporti. Si parla al telefono e si va a cena, il computer con statistiche e heat maps resta spento. Ci arriveremo.

Veniamo agli acquisti. Servivano almeno tre centrocampisti. Prima è arrivato Aouar a zero, poi Paredes e Renato Sanches. Sugli ultimi due lo zampino della proprietà giallorossa e dei rapporti è stato decisivo. Merito del rapporto tra Lina Souloukou, Ceo della Roma, e Nasser Al-Khelaïfi, proprietario dei parigini. I due sono rispettivamente membro e presidente dell’ECA, l’associazione dei club europei. Ma non solo, c’entrano anche i Friedkin che hanno delle catene alberghiere proprio con la famiglia qatariota.

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Il peso di Mourinho

Parlavamo di rapporti e di alzare il telefono. Lui è uno che quando lo fa, difficilmente non lascia il segno. Un anno fa lo fece con Dybala, adesso con Lukaku. D’altronde José è un motivatore nato. Sa creare il feeling giusto e riesce a coinvolgere i calciatori la cui volontà in questi casi può essere spesso decisiva. Dove non arrivano le disponibilità economiche, arrivano rapporti di fiducia e telefonate.

Dybala e Lukaku, in tanti li volevano. Ma li ha presi la Roma

Bisogna poi precisare una cosa. Entrambe le operazioni erano occasioni. E qui entra in gioco l’abilità di sapersi inserire al momento giusto, senza forzare prima e chiudendo in fretta poi, quando se ne ha la possibilità. E quando i Friedkin si muovono, molto spesso si va a dama. Anche in questo caso un po’ di fortuna c’è stata: la Roma era senza attaccante a 8 giorni dalla chiusura del mercato, Lukaku era senza squadra. Condizioni ideali per celebrare il matrimonio. Grazie a una telefonata di Josè che fu galeotta. La forza dei rapporti della Roma manda un segnale importante: si può ancora fare calciomercato così. Dove le relazioni umane battono tre set a zero soldi e algoritmi. Lavoro d’insieme.