La bomba a mano che Messi ha tirato al Barcellona, comunicando di volersene andare, sta facendo, ovviamente, il giro del mondo. Ogni tifoso sogna di vedere la Pulce con la maglia della propria squadra, tanto da scatenare parecchi dibattiti ed ironie social. Da squadre come la Sampdoria all’Entella, che con dei tweet lo hanno vestito con la loro maglietta. C’è chi lo sogna, difatti, e chi ci crede veramente. Sì, perché se Messi vuole svincolarsi, forse, ha già un’alternativa pronta. È chiaro che un giocatore come lui faccia gola a tutti, ma solo in pochi (3 o al massimo 4 squadre) possono permetterselo. A mettersi di traverso, inoltre, c’è lo stesso Barcellona che non vuole vedere il suo beniamino partire a zero. Il Barcellona ovviamente ne fa una questione economica, ma anche di orgoglio. Il modo per dimostrare ai tifosi che un idolo deve avere un prezzo. Un prezzo altissimo. Al contrario gli acquirenti sanno bene che le richieste della Pulce vanno accompagnate da una cifra di uscita che ancora non è chiara. – si legge sulla Gazzetta dello Sport – C’è chi pensa che il possibile approdo di Vidal a Milano sia un’ulteriore manovra di avvicinamento a Leo. Come anche la conferma di Lautaro, argenteria preziosa per il campione di Rosario. Tutto può fare parte delle mosse di Suning, che da tempo ha questa Pulce nell’orecchio e che ha fatto da calamita ad investimenti importanti sul fronte pubblicitario: una ricca base di partenza per costruire attorno a Messi un castello di soldoni legati ai suoi diritti d’immagine. In queste settimane sono emersi tanti indizi su questo fronte aperto. A cominciare dal trasloco di papà Jorge Messi a Milano a due passi dalla sede nerazzurra. I benefici fiscali dell’opzione italiana sono sotto gli occhi di tutti. Anche se nulla può essere dato per scontato: le incognite sono tante e rilevanti.
Sarebbe un paradosso se Messi, il calciatore più costoso al mondo, finisse in uno dei due club (City e Psg) che nell’ultimo decennio hanno aggirato le norme Uefa facendola franca. Ecco perché qualsiasi ragionamento sull’impatto dell’operazione in termini di fair play finanziario va preso con le pinze. Defilata, quindi, c’è anche l’Inter, da anni uscita dai discorsi dell’FPF e tornata in auge con investimenti importanti. Riprendiamo sempre la rosea, nell’edizione di stamattina, sull’argomento: Dopo i colpi di spugna del Tas, peraltro, la severità del fair play è in fase di attenuazione, a maggior ragione nell’era del coronavirus. Si sa già che l’Uefa ha apportato correttivi nei calcoli del break-even (30 milioni di rosso massimo consentito nell’ultimo triennio, al netto dei costi virtuosi) considerando la media dei risultati d’esercizio 2019-20 e 2020-21 in modo da assorbire le perdite legate alla pandemia. L’Uefa, inoltre, chiuderà un occhio sull’ultima stagione d’emergenza, consentendo ai club di operare con maggiore flessibilità nella campagna trasferimenti, e terrà conto in ultima istanza delle perdite di fatturato da Covid.
È quindi possibile vedere Messi in Italia? La risposta è sì. Da qui a pochi anni il calcio italiano si riempirà di grandi nomi, e Messi potrebbe essere uno dei primi.