a cura di Cosimo Bartoloni, Giacomo Brunetti, Andrea Consales, Matteo Lignelli e Francesco Pietrella
Cinque storie del Messico.
Sta arrivando quel periodo della vita in cui Ochoa si trasforma in un supereroe per un mese. Il girone C, tuttavia, è complesso: ci sono Argentina, Polonia e Arabia Saudita.
Edson Álvarez ha aperto la rotta olandese
«Prima di me, l’Ajax non guardava ai messicani. Per via delle mie origini ho dovuto dare di più di argentini e brasiliani che hanno un’altra considerazione». Edson Álvarez da Tlalnepantla è un mediano (con trascorsi da difensore) di 25 anni che dalla stagione 2020/21, quando c’era Erik ten Hag in panchina, è protagonista all’Ajax. Il primo messicano del club, quello che ha aperto una rotta importantissima per i giovani del suo Paese, dove c’è un acceso dibattito sul poco spazio riservato alle nuove generazioni (Italia, sei tu?). Non è un caso, allora, che dopo di lui sia arrivato all’Ajax pure il connazionale (difensore) Jorge Sánchez. Álvarez è il leader, la nuova stella del suo Paese e in questa stagione ha anche segnato in Champions contro i Rangers. Dopo il ‘no’ del Pachuca, è cresciuto nell’América, debuttando in prima squadra nel 2016. Da loro l’Ajax lo ha acquistato nel 2019 per una quindicina di milioni di euro. Con tanto sacrificio ha cambiato pure la storia della propria famiglia: il padre e il fratello, infatti, si erano fermati alla terza e alla seconda divisione messicana.
Gerardo Arteaga e l’incubo della depressione durante il Covid
Gerardo Arteaga è un 24enne titolare del Genk, dove viene impiegato soprattutto come terzino sinistro. È uno di quelli che arriva in Qatar con motivazioni speciali. Fino a poco tempo fa, infatti, non era chiaro come mai avesse saltato l’altro grande appuntamento della sua Nazionale: le Olimpiadi di Tokyo. Poi ha deciso di raccontarsi allo Youtuber Werevertumorro. Depressione. Arrivato in Belgio nell’agosto 2020, è rimasto a lungo isolato: «Sono stato da solo per sette mesi, la mia ragazza è venuta a febbraio ed è rimasta tre mesi, il massimo per una turista. Non avevo amici, o qualcuno che parlasse spagnolo. Sono entrato in depressione ed è durata due o tre mesi, non dormivo nemmeno in camera mia, dormivo in soggiorno con la tv accesa perché mi sentivo molto solo. Quando tornavo dall’allenamento buttavo lo zaino e mi sedevo sul divano senza mangiare». Forza Gerardo.
Ochoa, Guardado ed Hector Moreno: la vecchia guardia
Questi tre signori qua sopra rappresentano una bella dose di leadership ed esperienza. Partiamo da Hector Moreno, 35 anni da compiere alla fine del Mondiale, difensore del Monterrey che ricordiamo anche a Roma dov’è arrivato insieme a Eusebio Di Francesco nell’estate 2017. Ma basta una mano per contare le sue partite in giallorosso. Andrés Guardado, 36enne di Guadalajara, ha il record di presenze (179) di tutte le Nazionali della Concacaf (la confederazione dell’America centrale e del nord). Ha passato 5 stagioni al Depor, dopo ha vinto due volte il campionato olandese col Psv e l’ultima coppa di Spagna col Betis insieme a Joaquin. Memo Ochoa, 37 anni, gioca nell’América di Città del Messico con cui aveva esordito e vinto tutto da ragazzo. Tanto che nel 2007, senza aver mai messo piede in Europa, France Football lo ha inserito nella lista del Pallone d’oro. Nel 2020 è stato convocato per le Olimpiadi di Tokyo e da titolare si è messo la medaglia di bronzo al collo.
El ‘brujo’ Antuna, Los Angeles con Ibra e qualche scandalo
Nello spogliatoio, si sa, ci si dice di tutto. Vietato prendersela. ‘El brujo’ Uriel Antuna, ala di 25 anni del Cruz Azul di Città del Messico, lo sa bene. Lo chiamano in quel modo, lo ‘stregone’, dal 2019, quando venne convocato per la Gold Cup soltanto dopo l’infortunio di diversi suoi compagni. Insomma, sarebbe stato lui a fargli qualche ‘sortilegio’ per giocare. Abbiamo a che fare con un tipo particolare, tornato in patria nel 2020 (prima al Guadalajara) che ha fatto parlare di sé anche per qualche scandalo e problemi di indisciplina. Nel 2017 era stato acquistato dal City di Guardiola, ma non compare nemmeno nella pagina di Wikipedia della squadra di quell’anno: subito un prestito biennale al Groningen e poi ai Los Angeles Galaxy con Ibra. Dopo via dall’Europa, forse con qualche rimpianto.
Raúl Jiménez, vivo per miracolo
Se il Messico è stata l’ultima Nazionale a consegnare la lista dei 26 giocatori che prenderanno parte al Mondiale è solo perché fino all’ultimo un intero popolo ha sperato di avere con sé il suo l’attaccante più forte: Raúl Jiménez, attaccante di 31 anni del Wolverhampton e nuovo leader offensivo ora che Carlos Vela e il Chicharito Hernandez si sono fatti da parte. Il problema è che non giocava da agosto, unica isola felice di tre partite tra l’infortunio al ginocchio e quello all’anca. Una barzelletta per un calciatore che ha rischiato la vita in uno scontro con David Luiz il 29 novembre del 2020. Quando le teste hanno picchiato tra loro – un colpo tremendo – Jimenez ha perso i sensi, è stato trascinato via in barella e operato d’urgenza quella notte. In molti quando l’hanno visto lasciare il campo hanno pensato che non ce l’avrebbe fatta. Oggi ha una lunga cicatrice sul lato destro della testa a ricordargli quanto ha dovuto combattere, senza sapere se e come sarebbe tornato in piedi.