L’entusiasmo conta nel calcio. È il carburante che spinge oltre l’immaginazione e fa superare quelle barriere che la dura realtà spesso impone. Se vivi e respiri l’aria del Sud, affacciato sul mare a gonfiarti i polmoni di una brezza frizzante e sfacciata, affrontare il sogno della Serie A è stimolante, prima che complicato.
Il Messina 2004/2005 era semplicemente fantastico.
LA ROSA E IL MISTER
Il presidente Pietro Franza conferma in larga parte la rosa della stagione precedente aggiungendo qualche tassello che risulterà determinante. I nomi li ricorderemo strada facendo.
La presentazione del giapponese Yanagisawa all’Hotel Timeo di Taormina entra di diritto tra i ritratti più iconici e nostalgici di quella stagione, un ponte culturale tra il nostro calcio e l’estremo oriente, a supportare il progetto del patron che promette di espandere verso Asia il brand Messina.
Il condottiero è Bortolo Mutti, mister concreto e mestierante, maestro del 4-4-2 dinamico che non lascia spazi in fase difensiva ma sviluppa un gioco tagliente in ripartenza.
Il calendario non è clemente: esordio a Parma, poi la Roma e il Milan Campione d’Italia a S.Siro. Ma, ricordatelo bene, nulla di questa stagione sarà banale e scontato.
La prima partita termina 0-0, un buon modo per prendere confidenza con il massimo campionato.
L’ESORDIO CASALINGO
Ora si fa sul serio, scocca l’ora dell’esordio casalingo: al San Filippo arriva la Roma nel piovoso pomeriggio del 19 settembre 2004. Sulla maglia risalta lo sponsor Miscela d’Oro, che diventerà un vero cult.
Alessandro Parisi, il treno, il Roberto Carlos dello Stretto (che sarà il primo calciatore del Messina a vestire la maglia della Nazionale), porta in vantaggio i siciliani su calcio di rigore.
Vincenzo Montella ristabilisce la parità.
Qui comincia un’altra partita. Pelizzoli devia sul palo una punizione del solito Parisi, tap-in vincente di Sasà Sullo per il 2 a 1 della squadra siciliana. Festa grande, ha segnato il capitano. Vincenzo Montella realizza altre due reti, ribaltando il risultato. La squadra di Mutti però non molla: prima la butta dentro l’incursore Giampà, poi il capolavoro.
IL CAPOLAVORO
Marco Storari compie un paio di interventi decisivi, sul ribaltamento di fronte Arturo Di Napoli disegna un fendente per Riccardo Zampagna, l’ex tappezziere dall’incedere goffo ma potente, che si presenta a tu per tu con Pelizzoli. Pallonetto morbido con Panucci che prova disperatamente a raggiungere il pallone. Niente da fare per il terzino romanista, la corsa termina in fondo al sacco. È il gol del 4 a 3, tutta Messina impazzisce per il suo bomber. Finisce così. Fantastico, come quel Messina.
LA TRASFERTA DI S.SIRO CONTRO IL MILAN
Giusto il tempo di riprendersi dalla sbornia e il menù del 22 settembre propone una proibitiva trasferta a S.Siro, c’è il Milan di Ancelotti fresco scudettato. Qualche nome? Maldini, Kakà, Seedorf, Pirlo, Inzaghi, Shevhenko. E come si fa a competere?
Pippo Pancaro porta in vantaggio i rossoneri sugli sviluppi di un corner, tutto normale quindi. No. Ricordate? Ci sarà poco di logico è normale in questo racconto.
Dopo una manciata di secondi Giampà irrompe nell’area avversaria e trafigge Nelson Dida. Il settore ospiti è una bolgia. Già, perché sono migliaia i tifosi giallorossi che hanno intrapreso la maxi trasferta in Lombardia. Un punto a Milano, che meraviglia.
Aspettate a dirlo. Passano pochi minuti e ancora Zampagna stampa il pallone in rete, di testa in tuffo. Cala il silenzio tra i supporter rossoneri, un incubo si materializza. Davide batte Golia, Milan-Messina 1 a 2. Triplice fischio.
Il viaggio del Messina è carico di significato, di momenti travolgenti e complicati, di rincorse insensate a piazzamenti da Champions a prestazioni scricchiolanti.
Ma la salvezza in Serie A va conquistata con i denti. Con il sangue delle battaglie epiche. Tutto questo può voler dire solo una cosa: Messina-Reggina, cioè derby dello Stretto da portare a casa a tutti i costi contro la squadra guidata da Walter Mazzarri.
Come vanno i due confronti? Semplice. Il Messina li vince entrambi, 2 a 1 in casa e 2 a 0 al Granillo di Reggio Calabria.
LA SALVEZZA RAGGIUNTA
Si può dire che il punto esclamativo finale della stagione i ragazzi di Mutti lo imprimono con forza nel match casalingo contro l’Inter, il 24 aprile del 2005.
Finisce 2 a 1 con un colpo di testa di Re Artù Di Napoli e la rete di Rafael a rovesciare il vantaggio interista messo a segno da Julio Cruz, el Jardjnero. 3 punti che sanciscono la meritata permanenza in Serie A.
IL SETTIMO POSTO IN SERIE A CON 48 PUNTI
Il Messina chiude la stagione 2004/2005 al settimo posto con un bottino di 48 punti che splendono di luce propria e una media casalinga di 30.000 spettatori. Che spettacolo.
Storari, Rezaei, Aronica, Zoro, Parisi, Coppola, Giampà, Iliev, Di Napoli, Amoruso, Zampagna.
Uomini e calciatori che hanno realizzato il sogno di una città impastando sudore e fantasia. In una parola: indimenticabili.