Oliver Bierhoff, ex attaccante del Milan tra il 1998 e il 2001, ha parlato dei rossoneri a La Gazzetta dello Sport.
COM’È VISTA LA SERIE A IN GERMANIA – «Da noi si parlava del duello tra Juve e Inter, di come i bianconeri dopo anni di dominio assoluto fossero un po’ cambiati a inizio stagione, l’interesse per il Milan riguardava soprattutto Ibrahimovic, ma poi ha preso spazio questa nuova storia di successo rossonera. Per fortuna, per il bene del calcio italiano, è tornato il duello fra le milanesi e le altre: c’è soltanto da guadagnarci».
MILAN – «Si vede che tutte le grandi squadre d’Europa sono state impegnate a ritmo serrato in questa annata particolare e hanno difficoltà pure sotto l’aspetto mentale. I giocatori anche famosi devono fare i conti con un carico eccessivo. Quindi se hai un buon gruppo e una certa mentalità puoi trasformare la tua stagione. Mi sembra proprio questo il caso del Milan. Si nota da come sono i giocatori in campo».
PROSEGUE – «Si vede dalle facce, hanno grinta e nello stesso tempo si divertono. Zlatan Ibrahimovic poi può esaltare con il suo carisma ad esempio, dà la spinta a un gruppo meno sostenuto da grandi stelle ma che può costruire qualcosa di buono insieme. Questo Milan ha una fame che provava da tempo, ciò dà coraggio e spinta”
SENZA IBRAHIMOVIC – «Si capisce come il gruppo funzioni. C’è euforia, entusiasmo, quando vedi i risultati credi a quanto sia possibile fare, però sai anche che non puoi rilassarti. Pioli ha dato una mentalità giusta: credere che nulla sia impossibile, anche perché quando sei in partenza di campionato non sai dove puoi arrivare, invece adesso a metà campionato sai che puoi sfruttare un gran momento».
SE VINCE, È CAMPIONE D’INVERNO – «Ah, il titolo d’inverno. Secondo me fornisce effetti positivi e negativi. Positivi perché dà convinzione e morale, puoi sfruttare il momento giusto, può caricarti e sostenerti ancor di più. Ma lo svantaggio è che diventi ancor più la squadra da cacciare, ne parlano tutti, hai più pressione e tutte le avversarie non aspettano altro che farti cadere».
MILAN DI OGGI COME MILAN DEL ’99 – «Non direi. Il Milan ha sempre avuto grandi campioni e in quella squadra c’erano Maldini, Boban, Weah, Leonardo e altri. Arrivava però da un paio di stagioni negative, addirittura undicesimo e decimo posto, mentre il Milan di adesso ha una composizione diversa, e viene da quasi dieci anni senza successi in campionato».
CALCIO SENZA PANDEMIA – «Sarà un calcio al ribasso dal punto di vista economico ma con più passione. Per ingaggi, diritti tv, sponsor e connessi non si vedranno più le cifre di prima e il momento sarà difficile. Ma la voglia dei tifosi sarà più grande, la gioia di tornare allo stadio, di provare quanto una partita di calcio può dare. E forse la programmazione tornerà ad essere più importante del mercato a tutti i costi».