di Giulio Zampini
A 29 anni, compiuti oggi, Luis Muriel è un attaccante da top-club con numeri e prestazioni alle spalle da vero fuoriclasse. La sua storia, però, non è mai stata tutta rosa e fiori. Anzi: la sua storia poteva cambiare fin da bambino per colpa di una promessa fatta a se stesso.
I biglietti della lotteria
La storia “italiana” – e per pochi tratti anche spagnola – di Luis Muriel la conosciamo tutti: arriva all’Udinese nel 2010, va in prestito al Granada, ritorna in Italia e inizia il giro di cessioni a suon di gol tra Lecce, Sampdoria, Siviglia, Fiorentina e infine Atalanta. Ma è quello successo prima, ancora in Colombia, in particolare nella città di Santo Tomás – dov’è nato – a essere curioso. All’epoca Luis era un ragazzino come tanti, con il desiderio arrivare al giorno dopo ancora più grande del sogno di diventare calciatore. Momenti difficili, quelli dove il piccolo Muriel gira per le strade vendendo biglietti della lotteria a coloro in cerca di fortuna. Luis era disposto a fare di tutto per la propria famiglia, anche 12 ore a piedi – non potendosi permettere il pullman – per tornare a casa canticchiando la musica Vallenato, la più popolare in Colombia.
La promessa
Dopo le giornate passate a racimolare i soldi per i propri cari, Muriel si dedicava a se stesso e ai propri sogni. Sui campetti con poca erba, ancora acerbo, dimostrava a tutti di avere un altro passo. Voci di un attaccante grezzo giunsero alle orecchie degli scout dell’Atlético Junior, il team Barranquilla, che in poco tempo lo aggiunse alla propria accademia. È lì che Muriel, con indosso la maglia del suo idolo Iván Valenciano – che si ritirò dal calcio lasciando nella storia 217 gol – si scontra duramente con la realtà. Poco più che ragazzino, a diciassette anni, Muriel viene messo emarginato dal club per scelta tecnica. “Non rende“, si giustificavano i vertici del club. Da qui la promessa fatta al bambino che era in lui di smettere di giocare a calcio. Una promessa disattesa da un “angelo custode”, che nel 2008 lo portò con sé al Deportivo Cali: l’inizio della scalata verso l’Europa e verso il calciatore che oggi tutti conoscono.