Napoli, conferenza Gattuso: «Ancelotti, non è stato facile. Giocatori fatti a pennello per le mie idee»

by Redazione Cronache
Gennaro Gattuso

Gennaro Gattuso si presenta in conferenza stampa come nuovo allenatore del Napoli. Il tecnico subentra a Carlo Ancelotti, suo tecnico al Milan, in un passaggio di consegne dal sapore di passato. I partenopei hanno esonerato Ancelotti nonostante il passaggio del turno in Champions League. L’aria nello spogliatoio, nelle ultime settimane, era davvero pesante: tra ammutinamenti e discussioni, la società ha voluto cambiare. E adesso Rino deve gestire una situazione non facile, tentando di risalire la china. Per lui, contratto fino a giugno da 750mila euro, con opzione di rinnovo a 1,5 milioni in caso di piazzamento in Champions League.

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PERCHÉ NAPOLI – «Negli ultimi 10 anni è stato protagonista in Europa, è una grandissima società. La squadra è una grande squadra, a livello di qualità mi piace tantissimo e quasi tutti i giocatori sono funzionali al tipo di calcio che voglio fare. La percezione all’estero del Napoli è decisamente più alta rispetto a quella percepita a Napoli e in Italia».

QUANDO HO SCELTO NAPOLI – «La prima volta che ho incontrato il presidente è stato domenica: sei ore ad andare e altrettante a tornare, con il mio secondo, l’ho visto negli uffici della Filmauro alle 21».

ANCELOTTI – «Ci siamo sentiti stamattina, sono stati due giorni non facili. Sapevo di dovermi chiarire con lui, dire perché avevo scelto. Ho lasciato tre o quattro componenti dello staff, ma per l’ennesima volta oggi Carlo si è dimostrato una brava persona. Per me è stato un padre calcisticamente. In questi anni, nelle difficoltà, l’ho sempre chiamato. Abbiamo parlato di come poter migliorare la squadra. E non fate paragoni: lui ha vinto tutto, io ho 41 anni e devo dimostrare tanto. Prima della partita contro il Genk era giusto non chiamarlo e affrontare determinate discussioni: ho fatto bene così. Quello che ci siamo detti lo tengo per me».

OBIETTIVI – «La squadra è costruita per andare in Europa. Non può stare fuori dall’Europa. Il momento in campionato non è positivo, ma dobbiamo recuperare i punti che ci mancano rispetto alle altre. Si riparte a testa bassa e lavorare, dobbiamo preparare bene le due partite che mancano prima della sosta natalizia».

COME SI RIPARTE – «Quando si parla di una squadra di calcio, non si deve parlare solo di cosa deve dare l’allenatore. Tutti dobbiamo allenarci, viaggiare di pari passo. Dobbiamo pensare solo al lavoro».

PUBBLICO – «L’incrinatura si allevia con i risultati, facendo punti in poco tempo. Ed esprimere buon gioco, il Napoli lo ha sempre fatto negli ultimi anni. ».

CONTRATTO – «Anche se il presidente mi avesse proposto solo 6 mesi, io sarei venuto uguale. Questa è una grande opportunità: i giocatori sono fatti a pennello per quello che ho in mente».

LO STAFF – «Mancano i due allenatori dei portieri che erano con me. Il Napoli li aveva già. Il resto sono miei».

PROBLEMI DELLA SQUADRA – Quando uno è in difficoltà cerca gli alibi, dobbiamo pensare cosa non ha funzionato in Italia. Possiamo migliorare come tenere il campo, come palleggiare e come schierare la linea difensiva. La squadra non si aspettava di trovarsi in questo momento, ha voglia di rivalsa, di dimostrare che c’è».

SUBENTRARE AL NAPOLI – «So dove sono venuto e che aria si respira durante la settimana. Amo il mare, ma mi sono messo in un mare grande. Sì, la responsabilità è più alta rispetto a quando subentrai a Montella al Milan. Ho rifiutato varie squadre perché a livello funzionale non mi piacevano le squadre».

PRIMA FORMAZIONE – «Ho già in mente qualcosa, certo. Dobbiamo vedere come recupereranno i giocatori in questi giocatori. A me non piace giocare con due linee da quattro».

INSIGNE – «Patrimonio del Napoli, devo riuscire a trasmettere fiducia. A lui come agli altri: è il capitano, è nato qui ed è il simbolo di questa squadra».

PERCHÉ SONO STATO SCELTO – «Forse perché sono brutto, brizzolato e con la barba».

IBRAHIMOVIC – «Voglio parlare dei giocatori che alleno».