Napoli, Gattuso: «È troppo facile farci gol. Callejon rimane? Dipende se…»

by Redazione Cronache
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Rino Gattuso, allenatore del Napoli, dopo il pareggio di stasera con il Milan è intervenuto al microfono di Sky Sport: «Non fatemi domande sul rigore perché non rispondo. Parliamo della partita che abbiamo giocato. Per giocare a calcio le mani sono importanti. Non posso pensare che un giocatore sistematicamente deve giocare con le mani dietro la schiena, è un altro stop. Quest’anno c’è il record di rigori per falli di mano, bisogna rivedere questa regola. Chi ha giocato a calcio sa che le mani non si possono mettere dietro la schiena. E’ un discorso di cui si parla 2-3 volte all’anno già da un paio d’anni, eppure non è cambiato nulla. Ma parliamo della partita, non fatemi fare polemica. Devo arrabbiarmi coi miei calciatori perché quando creiamo dobbiamo buttarla dentro».

PRIMA VOLTA CONTRO IL MILAN – «E’ la prima volta che sfido il Milan, ho provato tantissime emozioni».

PROBLEMA IN ATTACCO – Non è un problema solo degli attaccanti, ma anche degli altri. Creiamo, arriviamo facilmente negli ultimi venti metri e sbagliamo ancora tanto. Dobbiamo migliorare».

 

E’ troppo facile farvi gol? Ha anche lei questa sensazione?

«Sì. Oggi il Milan, che di solito crea tanto, ha tirato due volte e ha fatto due gol. Per ciò che subiamo prendiamo troppi gol e ne segniamo pochi, l’analisi è giusta».

 

Cosa chiedi ai tuoi calciatori? Di essere più aggressivi in avanti o decidono loro in base alla situazione?

«Dipende dalla prima pressione, da ciò che fanno gli attaccanti. Se non va a buon fine la prima pressione bisogna correre all’indietro e compattarsi. Ma sono molto contento perché per 2-3 mesi mi avete dato del ‘catenacciaro’, perché aspettavo e davo campo agli avversari. E’ per non regalare. Ora stiamo provando a fare qualcosa di diverso e non siamo perfetti. Ancora rischiamo, ma stiamo migliorando sulla prima pressione».

 

C’è un margine per tenere Callejon?

«Dovete chiederlo a presidente e direttore sportivo. Loro sanno cosa penso del giocatore, cosa sta dando. Poi è chiaro che bisogna rispettare anche la politica della società. E’ una cosa che riguarda presidente e direttore sportivo».